«L’abbraccio di un genitore: una terapia potente. Sostenere il contatto pelle a pelle fin dal momento della nascita.»
È questo il messaggio che quest’anno la Sin, la Società italiana di neonatologia, lancia e che viene ripreso dalla Terapia intensiva neonatale e Neonatologia dell’Aou di Sassari in occasione della Giornata internazionale della prematurità, in programma per il 17 novembre.
L’obiettivo della giornata, istituita nel 2011, è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e dare così voce alle famiglie dei piccoli pazienti “nati troppo presto”.
Il tema di questa edizione è l’abbraccio, come simbolo dell’accoglienza, non solo del bambino ma di tutta la sua famiglia.
«È l’occasione per sensibilizzare la società alle problematiche che questi piccoli e le loro famiglie hanno dal momento della loro nascita e per i primi anni della loro vita», afferma Maria Antonia Cossu, dirigente della Tin e Neonatologia dell’Aou di Sassari.
Sono piccoli fragili ma tenaci che, per essere sostenuti ad affrontare la vita postnatale dopo il distacco improvviso dalla loro mamma, richiedono l’assistenza e le cure appropriate del personale delle Tin, caratterizzate da alta specializzazione e tecnologia. Ed ecco allora che la peculiarità delle terapie intensive neonatali, è quell’abbraccio che unisce il neonato, la famiglia e gli operatori nel prendersi cura non solo dei suoi bisogni di salute ma, soprattutto, cercare di garantire un adeguato sviluppo neuro-comportamentale.
Secondo i dati del ministero della Salute, sono circa 30mila ogni anno in Italia i bambini che nascono prima della trentasettesima settimana gestazionale. Un dato che non si è modificato nel periodo caratterizzato dalla pandemia da Covid, mentre nelle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars Cov-2 si è avuta una crescita di quasi il 20 per cento di nascite pretermine.
Il 2022 vuole quindi segnare l’avvio di un percorso di ritorno alla normalità, dopo due anni di pandemia, e superare quella separazione che, a causa del Covid, piccoli, mamme e papà hanno dovuto vivere.