Lo scorso anno le aggressioni al personale sanitario sono aumentate del 33 per cento in Italia, quasi sei mila casi in più nel 2024 rispetto al 2023. Come si devono comportare gli operatori sanitari anche nel rispetto del paziente e senza perdere il legame con lo stesso paziente “aggressivo”? Risposte che arriveranno dal corso di formazione “Gestione dei comportamenti aggressivi in ambiente ospedaliero”, organizzato dalla dottoressa Rosanna Maccis, responsabile della Funzione Organizzativa dell’Area di Emergenza e Urgenza della Asl 5 in collaborazione con il Servizio delle Professioni Sanitarie e rivolto a tutti gli operatori sanitari della stessa azienda sanitaria oristanese. Prima lezione oggi nell’Hospitalis Sancti Antoni di Oristano con i saluti del sindaco, Massimiliano Sanna e del direttore sanitario della Asl 5 e direttore del Pronto Soccorso del ospedale San Martino, il dottor Stefano Sau, che ha sottolineato: «Avere a disposizione queste tecniche e questi consigli ci possono aiutare a gestire anche situazioni complesse nelle nostre sale».
Otto le lezioni previste nei prossimi mesi. «L’obiettivo è fornire strumenti teorici e pratici per riconoscere, prevenire e gestire in modo efficace situazioni di aggressività in ambito lavorativo», ha spiegato la dottoressa Rosanna Maccis, responsabile della Funzione Organizzativa dell’Area di Emergenza e Urgenza della Asl 5, ma anche «garantire la sicurezza sia del personale che dei pazienti, mantenendo un ambiente di cura sereno e rispettoso», ha aggiunto la dottoressa Giovanna Nieddu, dirigente medico del Pronto Soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano.
Tanti i temi, che saranno trattati nelle otto lezioni: proteggersi psicologicamente e fisicamente, imparare tecniche per proteggere se stessi e gli altri da potenziali minacce, mantenendo al contempo un equilibrio emotivo; controllare, separare, espellere e bloccare senza colpi: sviluppare abilità pratiche per gestire situazioni di conflitto senza ricorrere alla violenza, garantendo la sicurezza di tutte le parti coinvolte; applicare il minimo di forza nel rispetto della relazione medico/paziente; approfondire le strategie per intervenire efficacemente, utilizzando il minimo di forza necessario e sempre nel rispetto della dignità del paziente.
«Partecipando a questo corso, i professionisti della sanità acquisiranno le competenze essenziali per affrontare le situazioni di conflitto in ambito ospedaliero, proteggendo sia la propria integrità che quella dei pazienti. Questo approccio non solo migliora la sicurezza, ma, ripetiamo, promuove anche un ambiente di lavoro più collaborativo e sereno», hanno concluso le dottoresse Maccis e Nieddu.
Le aggressioni al personale sanitario è, purtroppo, un fenomeno in crescita. Lo dimostrano i dati. Nel 2024 in Italia le aggressioni sono lievitate del 33 per cento, quasi 26mila episodi in Italia lo scorso anno, 6 mila in più rispetto al 2023. Inoltre Il 72% delle vittime non denuncia per paura o addirittura rassegnazione. Gli ultimi dati a disposizione per la Sardegna riguardano l’anno 2023: 138 episodi di aggressioni sul personale sanitario in Sardegna, 199 le vittime di cui 138 donne e 60 uomini.
Ecco alcuni consigli forniti nella prima lezione agli operatori sanitari della Asl 5 presenti al corso da Jerome Bouteiller, fondatore e docente di “YourSafety.training”: «Lavorate sempre in squadra, in caso di aggressione fate attenzione alla vostra postura di sicurezza, alla vostra stabilità. Mettete le mani davanti a voi e pensate a risolvere il problema, mettendovi anche nei panni delle persone, che avete davanti».