E’ la cronaca a ribadire quotidianamente, in modo impietoso, la carenza di personale, la sofferenza degli ospedali non solo in termini di posti letto, l’inconsistenza della medicina territoriale. Tutto questo perché nei mesi in cui il virus è sembrato in ritirata non sono state fatte poche e semplici cose che avrebbero evitato al Servizio Sanitario Nazionale di precipitare nella drammatica condizione attuale.
Sarebbero state sufficienti assunzioni stabili e massicce di personale, il potenziamento della medicina territoriale e delle attività di prevenzione e tracciamento, il recupero di posti letto.
C’è stata, evidente, la mancanza di volontà politica di imprimere un cambio di passo, confermata dalla bozza della legge di Bilancio 2021: aumenta il finanziamento del SSN destinato all’esecuzione dei tamponi da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, si fanno contratti con i medici specializzandi ed assunzioni di personale sanitario, ma tutto rigorosamente all’insegna della precarietà.
Nella manovra di Bilancio 2021, per gli infermieri è prevista un’indennità complessiva lorda di 335 milioni di euro da destinarsi alla contrattazione collettiva. Considerando che gli infermieri e gli infermieri pediatrici della sanità pubblica sono circa 270.000, il riconoscimento sbandierato come una grande vittoria da parte dei sindacati corporativi infermieristici, ammonterà a circa 2 euro netti al giorno. L’ennesima beffa, un contentino a fronte di condizioni di lavoro inaccettabili.
Va anche peggio per il resto del personale che, pur partecipando attivamente al contrasto della pandemia, in particolare OSS e Tecnici delle professioni sanitarie, non ha guadagnato sul campo nemmeno l’onore di una citazione.
In Sardegna la sanità è al collasso e la Regione insiste con i pannicelli caldi e rilancia sulla sanità privata invece di potenziare la sanità pubblica. Le scuole continuano ad essere luoghi insicuri non vi è certezza delle risorse necessarie per i trasporti mentre permane il rischio della loro privatizzazione.
Il 25 novembre con il personale della Sanità sciopererà anche quello della Scuola, dei Servizi educativi e del Trasporto pubblico locale. Sono settori essenziali del servizio pubblico che, pur interagendo quotidianamente, non sono stati oggetto di una pianificazione integrata né sono stati messi in sicurezza, diventando ambiti di trasmissione del virus ed evidenziando nel corso della pandemia tutti i limiti della gestione affidata, in parte, ai privati e orientata al risparmio. Il 25 novembre USB rivendica investimenti, assunzioni stabili, sicurezza e un nuovo ruolo dello Stato nella gestione dei Servizi Pubblici Essenziali.
USB – Pubblico Impiego Settore Sanità
p. Il Coordinamento Regionale USB – P. I. Settore Sanità
Gianfranco Angioni