Gli Emirati Arabi Uniti, malgrado le difficoltà derivanti dalla pandemia causata dal Coronavirus, continuano a lavorare alacremente al proprio programma aerospaziale e hanno annunciato che lanceranno la sonda Hope a luglio 2020 dal Giappone come previsto, nonostante le conseguenze della pandemia di Coronavirus sull’industria spaziale globale. I referenti del Mohammed bin Rashid Space Center hanno dichiarato che la data di lancio è confermata per metà luglio dal centro spaziale di Tanegashima a metà luglio. Lo scopo principale di questa missione è quello di raggiungere Marte, ma non è il solo, infatti, secondo gli organizzatori, essa è indispensabile per creare un grande eco negli Emirati Arabi Uniti, in modo da incoraggiare i giovani a dedicarsi alle scienze e all’ingegneria.
Omran Sharaf, capo della missione ha affermato che «Marte è uno strumento per un obiettivo più grande». Questo, a conferma dei grandi investimenti che il paese sta facendo nel settore. Il progetto sta proseguendo mentre il mondo sta ingaggiando la sua battaglia contro il Coronavirus, anche perché gli esperti hanno dichiarato che la pandemia ha influenzato in modo minimo l’industria spaziale, rispetto ad altri settori produttivi nel mondo. I lanci spaziali dell’agenzia spaziale russa Roscosmos sono in corso a Baikonur, in Kazakistan, con la prossima missione con equipaggio prevista per il 9 aprile. Anche SpaceX sta portando avanti i decolli negli Stati Uniti. Mentre sono stati sospesi tutti i lanci al Centro spaziale della Guiana francese, visto che in Francia si sono contati migliaia di casi di contagio e la situazione è di emergenza sanitaria.
La sonda degli Emirati è stata costruita da un team di 150 ingegneri, scienziati e ricercatori del paese in collaborazione con tre università degli Stati Uniti. È stata poi portata negli Emirati Arabi Uniti a febbraio ed è attualmente al Mohammed bin Rashid Space Center di Dubai. La sua prossima destinazione sarà appunto l’isola di Tanegashima, in Giappone. Questa sarà la prima missione interplanetaria organizzata da un paese del mondo arabo ed era stata annunciata dai leader emiratini già nel 2014. Nel caso si riuscisse effettivamente a raggiungere Marte, gli Emirati Arabi Uniti diventerebbero il primo paese arabo a raggiungere un altro pianeta.
L’obiettivo di Hope sarà quello di studiare la parte superiore dell’atmosfera di Marte e inviare i dati verso la Terra, per aiutare gli scienziati a capire cosa sta causando la fuoriuscita di gas dall’atmosfera, cosa ha causato l’essiccazione del pianeta e come impedire che ciò accada sulla Terra.
Sultan Al Neyadi, componente del primo corpo di astronauti degli Emirati Arabi Uniti, ha dichiarato: «A luglio 2020, la sonda Hope inizierà il suo viaggio di otto mesi su Marte. Stabilendo un precedente nel campo dell’esplorazione dello spazio, gli Emirati Arabi Uniti sono destinati a diventare il primo paese arabo a lanciare una missione interplanetaria e il settimo paese a livello globale a inviare una sonda su Marte».
È evidente, da questa e da altre dichiarazioni simili, che il paese del Golfo non intende arrendersi alla pandemia e alle sue conseguenze e continui imperterrito a portare avanti i suoi progetti.
Emanuela Locci