«Vedere crescere ancora, e in maniera sempre più forte e coesa, il consenso attorno alla scelta di Lula come sede dell’Einstein Telescope ci rende orgogliosi e infonde in noi speranza e fiducia sull’esito finale. Ospitando l’Einstein Telescope la Sardegna conquisterebbe un ruolo di rilievo assoluto nel mondo scientifico internazionale, accogliendo scienziati provenienti da tutto il mondo, con evidenti e importanti ricadute sul territorio regionale sia in termini economici e occupazionali, sia tecnologici e industriali. Sappiamo di avere le carte in regole e attendiamo con spirito positivo gli esiti della procedura.»
Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas, commentando con soddisfazione l’indicazione favorevole alla scelta di Lula anche da parte della Commissione Cultura e Istruzione del Senato, dalla quale viene indirizzata al Governo una chiara indicazione affinché il progetto sia inserito all’interno del Piano di ripresa e resilienza, seguendo così la strada tracciata dalla Commissione Finanze di Palazzo Madama che aveva espresso lo stesso orientamento.
«Einstein Telescope rappresenta una grande sfida scientifica e tecnologica per l’Italia. Il progetto del telescopio ad onde gravitazionali di terza generazione è un esempio di quello sviluppo sostenibile legato all’innovazione che la Regione Sardegna sostiene, e per la quale si candida in campo internazionale», ha aggiunto il presidente Christian Solinas, che anche nel corso dell’incontro avvenuto il 7 aprile a Villa Devoto, con il ministro dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao aveva esposto i progressi della candidatura della Sardegna, ribadendo come l’Isola possa essere il luogo ideale per ospitare progetti di alta tecnologia, diventando area leader in Italia.
In competizione con il sito sardo c’è quello del Limburgo, al confine fra Olanda, Belgio e Germania, ma la zona non ha caratteristiche fisiche e ambientali comparabili con la Sardegna. Gli apparati devono essere infatti costruiti in regioni a basso rumore sismico sia di origine naturale (attività sismica) che antropica (attività umane, industriali, produttive, trasporti). Non solo: la geologia del sito deve permettere una costruzione stabile di grandi caverne, poco soggetta alla presenza di acqua sotterranea. Queste caratteristiche rendono la Sardegna la regione ottimale per la realizzazione di ET e il sito di Sos Enattos risulta ottimale. Non a caso, l’impegno assunto dal ministero dell’Università e della ricerca italiano a ospitare in Sardegna questa nuova infrastruttura è supportato da prestigiosi enti di ricerca e università nazionali.
Il nuovo rivelatore gravitazionale è un’opportunità di sviluppo unica nel suo genere: si tratta di un investimento infrastrutturale di almeno un miliardo e mezzo di euro, che coinvolgerà in fase di costruzione oltre 2.500 persone, e sul lungo termine sarà un grande polo scientifico di valore internazionale, destinato ad attrarre risorse da investire alla frontiera della scienza e della tecnologia, un motore di sviluppo, innovazione e crescita per la Sardegna, l’Italia e l’Europa intera.