Inclusione sociale, passando per un cambiamento nel sistema di istruzione e formazione che consenta l’ingresso nel mondo del lavoro. Sono stati i temi salienti della tavola rotonda sulla violenza e la discriminazione di genere, che si è svolta nel pomeriggio di oggi nel corso del XIII congresso regionale della Cisl Sardegna, all’Horse Country Resort di Arborea.
La tavola rotonda. La tavola rotonda sulla violenza e la discriminazione di genere, moderata dalla giornalista Stefania Costa, è stata aperta da un contributo video di Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione Territoriale e ha visto la partecipazione di: Alessandra Zedda, vicepresidente della Regione Sardegna; Manuela Pintus, sindaca di Arborea; Patrizia Desole, presidente delle associazioni “Prospettiva Donna” e “Centro Antiviolenza Donna Eleonora”; Maria Lucia Piga, direttrice di A.R.G.I.N.O, Centro studi di genere dell’Università di Sassari e Federica Tilocca, componente della segreteria regionale della Cisl.
Donne e guerra. Un pensiero speciale alle donne coinvolte nella guerra in Ucraina è stato dedicato da Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl nazionale. «Come Cisl vogliamo dedicare questa importante giornata – ha detto Ignazio Ganga – alle donne impegnate sul fronte, sugli scenari civili dei corridoi umanitari e a quelle che, con il loro prezioso contributo, aiutano le famiglie italiane.»
La ministra Mara Carfagna. «Il nuovo Piano per l’istruzione porterà in 5 anni alle regioni del sud 2 miliardi e 560 milioni di euro per costruire asili nido, mense, palestre e tempo pieno. Il capitolo nidi è il più consistente: qui abbiamo ottenuto più del 55% del totale nazionale, oltre un miliardo e 500 milioni – ha sottolineato Mara Carfagna, collegata da Roma -. Sul contrasto alla violenza le cose sono più complesse. Ogni singolo giorno 89 donne subiscono o denunciano atti di violenza. Nel 62% dei casi in famiglia. Si tratta di un’emergenza endemica, che fa davvero spavento. Per questo abbiamo condiviso nel 2021 con tutte le colleghe ministre un’azione congiunta fondata sull’uso rafforzato del braccialetto elettronico per controllare stalker e violenti e sull’arresto per chi viola il divieto di avvicinamento. Il disegno di legge andrà in Parlamento e confido in una rapida approvazione.»
L’assessore del Lavoro Alessandra Zedda. Un altro degli ostacoli è rappresentato dalle limitazioni per le donne alla partecipazione alla vita lavorativa ed al raggiungimento di adeguate posizioni professionali, oltre alle differenze stipendiali. «Limiti che nel 2022 non possiamo più permetterci, perché ledono la professionalità delle donne nel mondo del lavoro – ha spiegato Alessandra Zedda, vice presidente della Regione e assessore del Lavoro -. Non è pensabile si trattino diversamente persone di pari dignità: istruzione e formazione devono avere più risorse. Oggi il più importante strumento di inclusione sociale è la Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL), uno dei meccanismi di azione del Pnrr, con il quale le Regioni sono chiamate a chiudere la pianificazione e migliorare le condizioni di ingresso nel mondo del lavoro. Io voglio parlare di nuovo umanesimo digitale, perché prima di tutto c’è la persona.»
Il programma Gol prevede in Sardegna l’ingresso nel bacino della formazione professionale, attraverso le politiche attive del lavoro, di 22mila sardi fino al 2025: di cui 6mila nel solo 2022 e 2200 per la transizione digitale.
La Sardegna è poi la prima tra le regioni in Italia ad aver istituito il reddito di libertà, una misura di sostegno economico per favorire l’autonomia e l’emancipazione delle donne vittime di violenza domestica in condizioni di povertà. Il 31 gennaio scorso è stato siglato il protocollo d’intesa che vede protagoniste la Regione e l’associazione “Imprenditrici e donne dirigenti d’azienda”, con l’obiettivo di rilanciare il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, con uno sguardo particolare a quelle svantaggiate e vittime di violenza, rafforzandone la formazione ed attivando percorsi di inclusione.
Centri antiviolenza. Lo scorso 16 febbraio, inoltre, la Giunta regionale ha approvato la programmazione di 794.154 euro dal Fondo per le politiche sui diritti e le pari opportunità, per il potenziamento dei servizi e degli interventi per l’assistenza e il sostegno alle donne vittime di violenza e i loro figli minori. Secondo quanto stabilito dall’esecutivo regionale in via preliminare, 498.154 euro saranno destinati ai Centri antiviolenza e alle Case di accoglienza già esistenti nell’Isola, mentre 296mila euro andranno a finanziare diverse iniziative, tra cui interventi per favorire l’indipendenza economica e sociale delle donne nel loro percorso di fuoriuscita dal circuito di violenza, misure per il sostegno abitativo ed il reinserimento lavorativo, campagne di informazione, formazione e comunicazione.
«Nei Centri antiviolenza gestiti dalle nostre associazioni i numeri sulla violenza sulle donne stanno aumentando, la pandemia con la sua convivenza forzata ha aggravato la situazione – spiega Patrizia Desole -. Nelle nostre strutture in Gallura e provincia di Oristano nel 2020 abbiamo accolto 488 donne, che nel 2021 sono aumentate oltre le 500. Casi complessi di violenza psicologica, fisica e sessuale, che si esercita soprattutto all’interno delle mura domestiche. Non dimentichiamo poi la violenza economica, molto presente. Parlarne diventa strategico, perché la presenza di ostacoli va superata attraverso iniziative come il reddito di libertà, che consente alle donne di costruire un futuro e una nuova vita lontano dalle violenze.»
Donne e politica. Durante il dibattito è intervenuta la sindaca di Arborea, Manuela Pintus, che ha condotto una profonda riflessione sul ruolo delle donne in politica. «Possiamo essere degli esempi come amministratrici, nelle aziende di alto livello si sceglie di inserire donne nei cda perché si è visto che quelle aziende crescono e vengono condotte con successo – ha osservato Manuela Pintus -. Noi siamo capaci di osservare le cose con sensibilità diverse.»