«E’ sempre più allarme indebitamento imprese in Italia. Secondo il Centro Studi di Confindustria, infatti, l’esposizione delle aziende con gli istituti di credito maturata durante la pandemia ha raggiunto livelli impressionanti. Al contrario di quanto avvenuto in altri Paesi europei, il nostro Governo ha incentivato il ricorso al debito invece di prevedere cospicui finanziamenti a fondo perduto a favore delle aziende che ora si trovano strette nella morsa dei pagamenti. La situazione appare ancor più preoccupante considerate le nuove norme europee in materia di identificazione di posizione in default e di crediti deteriorati.»
Lo scrive, in una nota, Paolo Capone, segretario generale dell’UGL.
«Una polveriera pronta a saltare con ripercussioni occupazionali devastanti se non si adottano misure tempestive, in primis un prolungamento del periodo di rimborso in particolare per quanto riguarda i debiti di emergenza contratti nel 2020. Occorre altresì intervenire implementando l’erogazione di liquidità per dare ossigeno all’intero tessuto produttivo in ginocchio, riducendo un carico fiscale ormai insostenibile al fine di sostenere la crescita e la patrimonializzazione, salvaguardando al contempo i posti di lavoro», ha concluso Paolo Capone, in merito all’allarme lanciato dal Centro Studi di Confindustria sull’elevato livello di indebitamento delle imprese.