La riflessione della presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
«Quella della lotta alla violenza sulle donne è una battaglia che necessità essere combattuta tutti i giorni, estirpandone le radici e mettendo le donne nelle condizioni di poter scegliere il proprio destino attraverso il diritto allo studio, il diritto al lavoro e una migliore condizione vita- lavoro. I dati ci dicono che in Italia questi casi di violenza sono in aumento e che purtroppo non si tratta solo violenza fisica ma anche psicologica fatta di minacce e ricatti ai quali una donna che è più debole perché magari meno indipendente economicamente non deve più sottostare. La pandemia, inoltre, ha acuito diverse criticità, facendo aumentare i casi di violenza domestica e per questo anche noi imprenditrici dobbiamo fare la nostra parte per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema così importante. La violenza di genere può manifestarsi sotto vari aspetti, anche subdoli a volte, come la differenza di salario tra uomini e donne, o come il non rispetto della conciliazione tra famiglia e lavoro, che spinge molte lavoratrici a dover scegliere tra professione e famiglia. Le imprese artigiane, proprio per la loro dimensione ridotta e familiare, possono avere un ruolo fondamentale nella prevenzione e anche nel contrasto di queste forme di violenza, sperimentando strumenti e forme di lavoro differenti, a misura di lavoratrice. Questa ricorrenza del 25 novembre è l’occasione in cui riflettere su un fenomeno che purtroppo non smette di essere una vera emergenza pubblica. Le notizie di violenze contro le donne occupano ancora troppo spesso le nostre cronache, offrendo l’immagine di una società dove il rispetto per la donna non fa parte dell’agire quotidiano delle persone, del linguaggio privato e pubblico, dei rapporti interpersonali. Quando si parla di violenza di genere occorre ricordare che essa non si esprime solo con l’aggressione fisica, ma include anche tanti comportamenti più sfuggenti e forse meno delineati, come le vessazioni psicologiche, i ricatti economici, le minacce, oltre a tutte le varie forme di violenza sessuale. Alla base di queste forme di violenza, vi è l’inadeguata idea che il rapporto
tra uomini e donne non sia basato su di un reciproco riconoscimento di parità, ma su chissà quale forma di diritto di superiorità. Qualcosa si sta facendo, bisogna dirlo, anche la politica sta cercando di mettere se non totale riparo, almeno qualche “toppa” alle discriminazioni che le donne troppo spesso subiscono, anche nel mondo del lavoro. Il recente provvedimento circa la parità salariale tra uomo e donna ne è un esempio, ma non bisogna abbassare la guardia, la meta è ancora lontana, e allora ben venga anche un concerto a farci riflettere sul tema. Le Istituzioni e le Associazioni restano dunque, un valido punto di riferimento per raccogliere il grido di allarme lanciato dalle stesse Donne. Per questo, è fondamentale che le Donne stesse sappiano che esiste una rete di aiuti cui potersi rivolgere e dove possono trovare ascolto e ricevere un supporto concreto. In una società democratica le Donne non dovrebbero più avere paura di subire violenza. Insieme, dobbiamo arrivare a fare in modo che ciò avvenga. Insieme dobbiamo agire affinché i bambini di oggi diventino persone migliori domani.»