Oggi, 20 giugno 2020, è la giornata mondiale del Profugo. Una ricorrenza sempre attuale che ancora una volta ci pone di fronte ad una situazione drammatica che, soprattutto i Potenti della terra disconoscono, girano lo sguardo altrove, come se questa realtà non esistesse.
Spesso capita che, pensando a quanti summit sono stati messi in cantiere, siano rimasti privi di contenuti, laddove le solite passerelle servono esclusivamente a dare visibilità.
Il j’accuse è d’obbligo, da rivolgere a quanti hanno la possibilità concreta di attivarsi e mettere in atto iniziative finalizzate a trovare soluzioni efficaci.
Abbiamo forse dimenticato i vari conflitti che ancora oggi non hanno trovato soluzioni se non di creare morti, devastazioni e distruzione.
Iraq, Libia,Siria, Myanmar il problema palestinese, etc…
Conseguenza di tutto questo, è la creazione dei profughi, persone che, a migliaia, hanno dovuto abbandonare le loro case, i loro affetti, per una guerra sporca che non ha lasciato scampo.
Tutto questo non ha fatto altro che spingere tantissime persone a scappare da quei luoghi devastati dalle guerre e da regimi dittatoriali e ad imbarcarsi su dei barconi, pagando ingenti somme, con il rischio di non arrivare in altri paesi, come l’Italia ed altri.
A questo punto, non bisogna mai dimenticare i vari appelli di Sua Santità Papa Francesco che, instancabilmente, ha lanciato appelli affinché questo stillicidio avesse fine e l’uomo dovesse essere tutelato e salvaguardato.
Purtroppo, credo che gli appelli del Papa, dell’Europa, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell’intero arco politico e costituzionale italiano, siano caduti nel vuoto, in un silenzio assordante.
Il Covid-19 non ha fatto altro che ingigantire ancora più il flusso migratorio, in quelle regioni martoriate l’aspetto sanitario ha messo in luce i limiti di un intervento atto ad intervenire con estrema difficoltà, a causa della mancanza di cure e, soprattutto, di strutture.
Credo che dovremmo chiederci se a livello politico e non solo, esistano veramente la convinzione, la volontà e la determinatezza necessarie ad affrontare in modo più efficace questo annoso problema, non più rinviabile.
Tuttavia, è nostro dovere non fare finta di nulla, come se il problema non ci riguardasse, ma essere noi stessi attori principali e vigili nel manifestare concretamente il nostro dissenso e richiamare, soprattutto, la politica, ad un ruolo importante che le compete.
Armando Cusa