«Dopo quattro mesi dall’inizio della pandemia Covid la cassa integrazione resta un miraggio per oltre 2 milioni di lavoratori, costretti a subire i ritardi della burocrazia e di procedure amministrative che dilatano tempi e speranze. I dati Inps sono sconcertanti e continua un vergognoso rimpallo di responsabilità e competenze tra Stato, Regioni e Inps.»
Lo afferma il segretario generale dell’UGL, Paolo Capone, che aggiunge: «Sullo sfondo restano le aziende, che in gran parte hanno anticipato denari ai loro dipendenti, molti dei quali aspettano ancora il bonifico relativo al mese di marzo. Per non parlare della CIG in deroga, soggetta a procedure più lente».
«Il Governo va avanti per conto suo – prosegue Paolo Capone – sforna decreti su decreti e li chiama Rilancio e Semplificazione, ma poi nei fatti incide poco e accumula ritardi che ora non sono più tollerabili. Cosa si aspetta? Che l’Italia sprofondi nella povertà assoluta? I Comuni sono a un passo dal fallimento e ogni giorno si allunga sempre di più l’elenco delle aziende costrette a chiudere e a licenziare il proprio personale. Il motore produttivo italiano è ingolfato e rischia di implodere, come dimostra anche l’aumento del 40% degli interventi del Banco Alimentare, con un picco del 70% nelle regioni del Sud. Senza contare – conclude Paolo Capone – i 75mila piccoli commercianti che sono in procinto di chiudere l’attività.»