«La violenza sulle donne continua ad essere una grave emergenza sociale, che la politica deve affrontare con strumenti legislativi più rigidi e stanziando risorse a sostegno delle strutture antiviolenza, ancora poche e inadeguate. Occorre formare nuove professionalità, assicurare gli indennizzi delle donne vittime di violenza e delle loro famiglie e soprattutto tutelare chi denuncia i soprusi subiti.»
Così Luisa Regimenti, europarlamentare della Lega, in merito ai dati diffusi dall’Istat nel report sui centri antiviolenza e delle case rifugio, secondo i quali nel 2020 le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019, sia per telefono, sia via chat (+71%).
«Sono dati preoccupanti – aggiunge l’esponente leghista – perché, come segnala l’Istat, oltre alla violenza fisica, presente nel 47,9% dei casi, quasi tutte le donne hanno comunque subito più di una forma di violenza, con quella psicologica in evidenza, 50,5%. Colpisce, inoltre, che rispetto agli anni precedenti sono aumentate le richieste di aiuto delle giovanissime fino a 24 anni e delle donne con più di 55 anni. Nell’ambito familiare, in particolare, i casi risultano in crescita, 18,5% nel 2020 contro il 12,6% rilevato nel 2019.»
«E’ importante avviare subito una campagna di sensibilizzazione tra i giovani», prosegue Luisa Regimenti, relatrice per la Commissione giuridica (JURI) della proposta di risoluzione del Parlamento europeo sull’impatto della violenza domestica e dei diritti di affidamento su donne e bambini, progetto trasversale, risultato del lavoro congiunto con la Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere (FEMM). «Bisogna agire con fermezza, supportando l’auspicato cambio culturale con una diffusa rete di tutele, leggi più severe e pene certe” conclude.»