Un brano travolgente che inneggia all’unità dei popoli perché «non è sarda né italiana: la nostra razza è solo umana». Si intitola “Centu concas” il nuovo singolo di Claudia Aru, in cui la cantautrice di Villacidro è accompagnata da due ospiti d’eccezione: il chitarrista blues Francesco Piu e un grandissimo Benito Urgu, protagonista di rap alla sua maniera. “Centu concas” è un brano in cui spicca la voce graffiante di Aru e il cui video, girato a Santu Lussurgiu, è già on line su Youtube.
«Centu concas è un inno alla multiculturalità – spiega l’artista – ma anche una lettura critica di una certa identità sarda troppo impolverata: perché la sardità non è un concetto dato, non la si acquisisce con la nascita ma è piuttosto una scelta di vita, frutto di un comportamento. La sardità è, per me, un atto d’amore.»
Con musica e testo di Claudia Aru, “Centu Concas” si avvale dell’arrangiamento di Matteo Marongiu, che suona anche il contrabbasso, insieme a Simone Sassu al pianoforte, Simone Soro al violino, Silvio Centamore alla batteria e al chitarrista blues Francesco Piu. «Francesco è un musicista dal talento innato e soprattutto una straordinaria persona, generosa, sensibile, aperta, e per entrambi è stato chiaro che Centu concas è stato solo l’inizio di una nuova collaborazione».
Ma per il suo nuovo singolo Claudia Aru ha voluto accanto a sé anche un artista straordinario, unico nel panorama sardo: Benito Urgu. «Volevo lavorare con lui perché lo ritengo l’apripista di quella che è sempre la mia idea di musica sarda, ovvero con un piede nella tradizione e l’altro nel mondo. Benito poi ha sempre seguito la mia carriera, dandomi consigli e nuove ispirazioni e finalmente siamo arrivati a lavorare insieme, e non a caso nel video è a colui a cui chiedo cosa fare in questo momento di difficolta. È la sua risposta è stata: Canta». “Centu concas” apre per Claudia Aru anche la stagione del ritorno sulle scene dal vivo dopo la lunga sosta determinata dal Covid: «Siamo felici di poter incontrare il nostro pubblico. Abbiamo già tante date in calendario ma speriamo di poterci esibire il più possibile. Perché la ripartenza della vera socialità sia nel segno della musica».