Con Claudia Crabuzza anche la Sardegna a Suoni di minoranza, il festival sulle musiche delle minoranze linguistiche che si terrà a San Costantino Albanese, dal 7 al 16 agosto, nel segno di un richiamo alle proprie radici che non è mai motivo di chiusura rispetto all’altro ma occasione di incontro in un processo di arricchimento reciproco.
Duplice la motivazione della presenza di Claudia Crabuzza che, già voce dei Tazenda e leader dei Chichimeca, con il suo primo album da solista, Com un soldat (Targa Tenco per il miglior album in dialetto e lingue minoritarie) ha dato voce alle istanze più profonde della comunità catalana di Alghero ma in una prospettiva di feconda interazione con la cultura regionale: non a caso il suo ultimo album, Grazia la madre, ha trasposto in musica dieci romanzi del Premio Nobel Grazia Deledda, con diverse composizioni anche in sardo, che è a sua volta tra le 12 lingue delle minoranze linguistiche riconosciute dallo Stato. Accompagnata da Caterinangela Fadda, Claudia Crabuzza riproporrà temi e motivi ricorrenti nella sua più che ventennale attività artistica, dove ha prestato sempre grande attenzione alla questione femminile e al recupero delle proprie radici in una prospettiva di confronto con altre culture, con un’attenzione particolare per Pino Piras e le canzoni in sardo logudorese dell’ultimo album.
Molto ricco il programma del festival che prevede, il 7 agosto, Robert Bisha, il 10 agosto, l’Orchestra Bottoni, l’11 agosto Claudia Crabuzza e la Peppa Marriti Band, il 12 agosto il Canzoniere Grecanico Salentino, il 14 agosto la Nuova Compagnia di Canto Popolare e il 16 agosto Giuseppe “Spedino” Moffa. Suoni di minoranza è parte di un progetto più articolato, Il Borgo dei Suoni, che, finanziato dalla Regione Basilicata, è promosso dal comune di San Costantino Albanese che ha stretto attorno a sé partner di grande rilievo, come il Club Tenco, l’editore Squilibri, Altipiani eventi e turismo e l’associazione culturale Altrosud che insieme daranno vita a un ambizioso programma di iniziative che prevede, tra l’altro, una scuola internazionale di etnografia audiovisuale realizzata con l’Università di Milano, la realizzazione di un Archivio Sonoro Arbëresh, un ciclo di incontri con autori di grande prestigio sul piano culturale, un concorso per le scuole della regione e molto altro ancora.
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