Dal Leone d’Oro alla carriera Ann Hui al Premio Oscar Bong Joon-ho, passando per il geniale Takeshi Kitano e altri grandi registi. In tutto dodici, per altrettanti film che rappresentano il meglio delle cinematografie di Giappone, Corea del Sud, Hong Kong, Cina, Taiwan nell’ultimo decennio.
Questo il periodo preso in esame dalla rassegna “Maestri d’Oriente: il cinema asiatico contemporaneo” organizzata dal Cityplex Moderno con il contributo della Regione (Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport) e il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission. Partner Koko Sushi Sassari.
Un appuntamento bisettimanale, il lunedì e il venerdì in orario preserale, per un viaggio in Estremo Oriente con titoli di qualità (proposti in versione originale sottotitolata) che in molti casi hanno conquistato le giurie di Cannes, Venezia, Berlino, Locarno per citare i più importanti festival dedicati alla settima arte. Lavori di autori affermati che hanno iniziato a fare cinema tra gli anni Ottanta e Novanta e continuano oggi a produrre film di grande spessore, innovativi nell’estetica e profondi nella narrazione di storie che attraversano i generi. A sceglierli, come curatore della rassegna, il giornalista Fabio Canessa che alle presentazioni sarà accompagnato in alcune occasioni da critici ed esperti a vario titolo.
Si comincia lunedì 11 ottobre (alle 18.30) con “Parasite” del coreano Bong Joon-ho proposto nella speciale e poco conosciuta versione in bianco e nero, voluta dallo stesso regista. Una visione quindi diversa, particolare per la mancanza di colori, di un’opera straordinaria che ha ricevuto la Palma d’Oro a Cannes e trionfato anche agli Oscar diventando il primo lungometraggio non in lingua inglese a vincere il premio come miglior film. Dopo la grottesca parabola sulla lotta di classefirmata da Bong, dal titolo successivo la rassegna seguirà soprattutto un percorso cronologico. Si ripartirà quindi dal 2011, anno dell’uscita di “A Simple Life” di Ann Hui incentrato sulla toccante relazione affettiva tra un produttore, la star hongkonghese Andy Lau, e la domestica che l’ha cresciuto nel momento in cui lei inizia a fare i conti con la vecchiaia. A interpretarla Deanie Ip, premiata a Venezia con la Coppa Volpi come miglior attrice. Mostra del cinema che l’anno scorso ha assegnato alla regista Ann Hui il Leone d’Oro alla carriera. Il terzo lungometraggio, del 2013, ha sempre radici a Hong Kong: “The Grandmaster” basato sulla vita di Yip Man, maestro di arti marziali e mentore di Bruce Lee, girato da Wong Kar-wai con la sua personale e raffinata estetica.
Dell’anno successivo è “La collina delle libertà” del prolifico autore coreano Hong Sang-soo che sembra ripetersi ogni volta affrontando gli stessi temi, il rapporto tra uomo e donna, cinema e vita, eppure riesce sempre a sorprendere. Diversi i film che hanno come data di uscita il 2015, a cominciare da “Little Sister” del giapponese Hirokazu Koreeda. Un delicato ritratto familiare tutto al femminile, con tre sorelle che accolgono nella loro casa la sorellastra più piccola dopo la morte del padre. “Al di là delle montagne” di Jia Zhang-ke rappresenta invece un particolare tassello nella filmografia del regista che racconta una Cina divisa tra passato, presente e futuro.
Direttamente in un futuro lontanissimo, desolante e minimale, porta lo spettatore Sion Sono con lo scifi “The Whispering Star” ispirato alla tragedia di Fukushima in Giappone. Al contrario “The Assassin”, del maestro taiwanese Hou Hsiao-hsien, trova la sua ambientazione nel passato: nella Cina della dinastia Tang. Un’opera che stravolge il genere wuxia (il cappa e spada orientale), quasi azzerando l’azione a favore di un film contemplativo e di straordinaria bellezza visiva. Premio a Cannes per la migliore regia. Il percorso della rassegna prosegue con “Outrage Coda”, crepuscolare yakuza movie (film sulla mafia giapponese) presentato dal maestro Takeshi Kitano a Venezia nel 2017. Dal Giappone, con un racconto dello scrittore Haruki Murakami, è arrivata al coreano Lee Chang-dong l’ispirazione per realizzare un capolavoro come “Burning” che ha avuto la sua anteprima a Cannes nel 2018. Nell’edizione del festival dell’anno successivo è passato invece in concorso il noir cinese “Il lago delle oche selvatiche” firmato da Diao Ynan. A concludere il ciclo di proiezioni il torbido thriller “Mademoiselle” del coreano Park Chan-wook.
Le proiezioni saranno tutte a ingresso gratuito, con possibilità di prenotare il posto in sala inviando una mail a cinema.moderno.sassari@gmail.com oppure scrivendo su WhatsApp al numero 3246348389.