Una presenza di pubblico strepitosa con platea e galleria gremite e i palchetti tutti occupati. Applausi a scena aperta che non si contano, anche all’interno di ogni atto e talvolta tra le diverse coreografie. Poi a fine serata bagno di folla per salutare la direttrice artistica Sharon Podesva, tra mazzi di fiori e abbracci. Si può riassumere così lo spettacolo che domenica sera (2 luglio) la compagnia DanSoul ha presentato al Teatro Verdi di Sassari per celebrare Rudolf Nureyev nel trentennale della scomparsa, con una riproposizione de “La Bayadère”, alla cui rivisitazione, il grande ballerino russo aveva dedicato gli ultimi mesi di vita.
L’evento tersicoreo, complesso e raro da vedere in Sardegna, ha impegnato in modo straordinario un team di numerose professionalità, che hanno dovuto gestire insieme coreografie, scenografie, costumi, effetti speciali e luci. E sul palcoscenico del Verdi è comparsa soprattutto tanta bellezza.
Gli spettatori hanno seguito con complicità dall’inizio alla fine, per oltre tre ore di grande spettacolo: «Hanno fatto sentire il proprio calore con entusiasmo e partecipazione, anche un po’ con stupore – ha affermato un’entusiasta Sharon -. È stato un balletto impegnativo, suddiviso in quattro atti con numerosi cambi di scena e di costumi in cui si passa dalla festa al dramma, ma siamo tutti davvero soddisfatti, perché è stato raggiunto un livello decisamente alto per delle allieve di una scuola di danza, e la tecnica da sola non sarebbe bastata a coinvolgere gli spettatori in questo modo, senza le capacità interpretative, che sono state fondamentali».