Era il 1971 quando un gruppo di giovani cagliaritani, tra cui Piero Salis al piano Fender/organo Hammond, Paolo Carrus al basso, Pietro Carrus alla chitarra, Tore Corazza alla batteria e Ciccio Solinas alla chitarra, diede vita a una delle formazioni musicali destinate a lasciare un segno profondo nella cultura musicale isolana. Un carisma e una passione autentiche che portò alla ribalta nazionale i cinque musicisti, in particolare con un brano dai chiari riferimenti ambientalisti intitolato “Messaggio”, che spopolò al “Disco per l’estate” del 1972. In quell’occasione, la formazione si classificò sesta assoluta (e prima nella categoria dei complessi), posizionandosi davanti a band quotatissime come i Delirium di Ivano Fossati, i Dik Dik e i Nomadi che presentarono in quell’occasione la loro hit “Io vagabondo”.
È di quello stesso periodo un altro 45 giri dal titolo “Angelo mio”, inserito nell’edizione de “Un disco per l’estate” del 1973, brano che la band cagliaritana avrebbe dovuto presentare anche al Festival di Sanremo. Al gruppo di Piero Salis, però, fu preferita la romagnola Orietta Berti che presentò “Finché la barca va”. L’unico Lp di Gruppo 2001 intitolato “L’alba di domani”, pubblicato anche in Giappone e Corea del Sud, resterà il solo disco della band, seguito negli anni da alcuni singoli. Nel 1982, il gruppo decise di sciogliersi definitivamente.
Cinquanta anni dopo, sul palcoscenico del Teatro Massimo, l’odissea di quel gruppo cult degli anni ’70 rivive sulla scena grazie a una serata evento con i protagonisti di allora. Ad accompagnarli, come special guest, il cantautore, comico e cabarettista Benito Urgu.
La serata, organizzata da Sardegna Concerti, sarà condotta dal giornalista Giacomo Serreli. Un concerto storico, unico nel suo genere, che non mancherà di emozionare i tanti estimatori. Una serata cult che riporta sul palco alcuni degli artisti dell’epoca, assieme ad altri componenti che negli anni hanno tenuto vivo il sound del gruppo, alimentando la passione e l’attenzione di un pubblico che non ha mai smesso di amarli.
La storia
Era il 1971 quando un gruppo di giovani cagliaritani, tra cui Piero Salis al piano Fender/organo Hammond, Paolo Carrus al basso, Pietro Carrus alla chitarra, Tore Corazza alla batteria e Ciccio Solinas alla chitarra, diede vita a una delle formazioni musicali destinate a lasciare un segno profondo nella cultura musicale isolana. I cinque musicisti s’imposero da subito sulla scena nazionale in particolare con un brano, “Messaggio”, dai chiari riferimenti ecologisti, che spopolò al “Disco per l’estate” del 1972, dove la formazione si classificò sesta assoluta (e prima in assoluto nella categoria dei complessi) posizionandosi davanti a band quotatissime come i Delirium di Ivano Fossati, i Dik Dik e i Nomadi che presentarono in quell’occasione la loro hit “Io vagabondo”.
È con quell’organico che, sempre nel 1971, la band fa uscire un LP, “L’alba di domani”, un disco che mescola un pop raffinato e forti venature progressive. L’album, l’unico pubblicato dalla band cagliaritana, raccoglie una serie di brani che, nell’impostazione musicale, strizzava l’occhio a certe produzioni di Emerson, Lake e Palmer o della Premiata Forneria Marconi. Tra i titoli, ricordiamo “Volo d’angelo”, “Padre Vincenzo”, “Denise” ma anche un brano strumentale (“Sa danza”) che riproponeva il classico motivo del ballo sardo, attraverso l’impiego di un sintetizzatore minimoog. Il disco venne pubblicato anche in Giappone su etichetta Nexus diventando un pezzo pregiato nel mercato dei collezionisti.
Nel 1972, complice l’appoggio di Roberto Cardia, il Gruppo 2001 andò negli studi Sound Workshop di Roma per registrare “Avevo in mente Elisa”, un brano che Piero Salis aveva scritto all’epoca degli Yamaha. Anche in quel caso, fu subito successo e il disco conobbe un’ottima promozione anche grazie alla trasmissione radiofonica di Arbore e Boncompagni “Alto gradimento”.
È di quello stesso periodo un altro 45 giri dal titolo “Angelo mio”, inserito nell’edizione de “Un disco per l’estate” del 1973, che la band cagliaritana avrebbe dovuto presentare al Festival della canzone Italiana di Sanremo; purtroppo al gruppo di Piero Salis fu preferita la romagnola Orietta Berti che presentò “Finché la barca va”. Nel frattempo, reduce da una lunghissima militanza in formazioni come i Sulcitan, i Nati Stanchi e i Shardana, entra a far parte del Gruppo 2001 anche il tastierista Remigio Pili.
L’unico Lp della band, intitolato “L’alba di domani”, risale a quegli anni ed è un disco che mescola un pop raffinato e forti venature progressive. Le tracce presenti sono accomunate da uno stile melodico, arricchito da arrangiamenti ambiziosi indubbiamente ispirati alle tipiche sonorità progressive. Le parti suonate dallo stesso Salis alle tastiere, molto prog rock soprattutto nella prima traccia “Maggio”, accompagnano il caratteristico timbro di voce che lo renderà celebre anche dopo il 1974, anno in cui decide di abbandonare la band per concentrarsi sulla carriera solista.
Poco dopo queste operazioni discografiche che portarono il gruppo alla ribalta internazionale, iniziarono i primi screzi: il primo ad abbandonare il gruppo è Piero Salis (che proseguirà con una intensa attività solistica), seguito dal chitarrista Ciccio Solinas, che preferì dedicarsi al suo vecchio amore della musica popolare americana, costituendo con Giorgio Pinna il duo Road. Il posto di Solinas fu preso da Franco Montalbano, reduce da una importante esperienza con i Nati Stanchi prima e con i Shardana poi. È un periodo caratterizzato da una intensa attività artistica con diversi concerti in Sicilia, in Emilia e la partecipazione alla manifestazione canora “Giro Vacanze”, ripresa anche dalle emittenti Rai.
Viene intanto immesso sul mercato un nuovo singolo, “Per un momento”, lanciato dalla trasmissione Rai “Supersonic”. Il gruppo, per le prove, si trova a Monserrato e a Donori, nella casa messa a disposizione dal futuro editore Nicola Grauso. L’organico, ancora una volta, cambia con Franco Montalbano (chitarra), Paolo Carrus (basso), Pietro Carrus (chitarra), Tore Corazza (batteria) e Remigio Pili (tastiere). Nel 1974 la formazione dà alle stampe altri due 45 giri: “Addio primo amore” / “Carla” e “Navigando” / “Al mio paese”.
In quello stesso periodo fanno la comparsa nel gruppo anche il cantante Efisio Lai, il bassista Antonio Loi (poi trasferitosi in Canada dove si diede all’attività di orafo) e due coriste genovesi. Intorno al 1978, il gruppo torna in sala di registrazione per incidere un nuovo 45 giri per la Strega Records: “Chi sei” e “Stratosfera”, quest’ultimo un pezzo firmato da Franco Montalbano. L’organico mutua nuovamente fisionomia: alla batteria arriva il chitarrista cagliaritano Bruno Loi, Bastiano Loche al basso, Massimo Pancotto alle tastiere e Giuliano Salis alla chitarra. Quest’ultimo verrà sostituito da Gianfranco Canu in occasione dell’incisione di un nuovo singolo comprendente un suo brano intitolato “Trovarsi” ed un omaggio a Jimi Hendrix con un collage dei suoi pezzi più celebri (“To Jimi”).
Nel 1980, in formazione con Franco Montalbano, ci saranno il fratello Pino alla seconda chitarra, Pancotto alle tastiere, Sandro Musino alla batteria e Paolo Carrus al basso. Questo organico andrà avanti sino al 1982, anno in cui il Gruppo 2001 decide di sciogliersi e interrompere l’attività. Sette anni, nel 1989, dopo qualche sporadica esibizione su iniziativa di Franco Montalbano accompagnato dal fratello Pino, dal bassista brasiliano Rubinho Santana, dal batterista Sandro Pantera e dalla vocalista Tiziana Broi. In occasione degli ultimi concerti, il gruppo rispolvera il repertorio classico della formazione per affiancare le vecchie predilezioni di Montalbano, da Hendrix al beat dello Spencer Davis Group e perfino un arrangiamento originale dell‘”ve Maria”. Nel corso del 2012, da segnalare la ristampa su supporto digitale da parte dell’etichetta BTF di Milano dello storico album “L’alba di domani”. Alcune tracce del gruppo, in una versione disco, sono ricomparse nel 2018 con la pubblicazione di un EP in vinile firmato dalla Dualismo Sound.