Nel mese di gennaio 2021 è stato costituito il CUSS (Coordinamento Unitario dello Spettacolo dal vivo della Sardegna). La sua nascita è stata determinata dalla necessità di fare fronte unico per affrontare le problematiche del settore, fortemente provato dall’arrivo del Covid-19 e dalla successiva pandemia. Il CUSS si è immediatamente occupato di portare avanti uno studio del settore dello spettacolo dal vivo in Sardegna che in base ai dati raccolti rimanda il quadro dei risvolti economici ed occupazionale del comparto. A sostegno di questo settore, la Regione Autonoma della Sardegna, attraverso l’assessorato della Pubblica Istituzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, tramite la legge regionale n 1 del 22 gennaio 1990 articolo 56, eroga contributi annuali per lo svolgimento delle loro attività. Purtroppo, questo contributo nel giro di 10 anni si è notevolmente ridotto (da circa 11 milioni di euro nel 2011 a 7 nel 2021). Per un settore che crea occupazione, la perdita di questo capitale, unita alla crisi determinata dalla pandemia, ha messo a dura prova il mondo dello spettacolo che non può continuare a “navigare a vista”. C’è bisogno di integrare i contributi della Regione Sardegna. Sono stati molto chiari, con le loro richieste, i componenti del direttivo del CUSS scesi in campo nel giardino dell’ Exma in via San Lucifero a Cagliari mercoledì 23 giugno, con la richiesta alla Regione di un’integrazione straordinaria, più risorse per salvare il mondo dello spettacolo, ormai agonizzante. Marco Benoni e Stefano Chessa hanno esposto in breve i dati raccolti con lo studio accuratamente portato avanti per mettere su carta una situazione importante, anche per determinare la valenza dei lavoratori dello spettacolo.
«Siamo indignati, annoiati! Assistiamo da anni a questa parte a cui si aggiungono scarsi ristori». Sono le parole della danzatrice Ornella D’Agostino che ha aggiunto: «Questi sono segnali di un forte attacco… Perché questa mancanza di riconoscimento? Assistiamo ad un processo di desertificazione…. Lo spettacolo non è una forma di intrattenimento ma uno spazio di elaborazione di valori… Non resisteremo ancora per molto, dateci gli strumenti… Noi vogliamo fare la vita da artisti!!! Toccanti le parole dell’artista che, a gran voce, sostenuta dai suoi colleghi, chiede che si attuino interventi veloci per salvare il mondo dello spettacolo che rischia di annegare in un mare di problematiche».
La conferenza è stata chiusa dall’artista Simonetta Pusceddu con le lettura della “Preghiera ai viventi per perdonare di essere vivi” di Charlotte Delbo, una sorta di monito e di stimolo affinché nessuno sprechi la vita, ma anzi la viva intensamente, onorando così chi l’ha perduta. Di riflesso, pertanto, una metafora da parte di chi chiede di “vivere da artista”, un qualcosa che la politica non può continuare ad ignorare. L’importanza della cultura in tutte le sue forme, deve avere un giusto riconoscimento, perché rappresenta da sempre un elemento fondamentale per arricchire l’essere umano che ora più che mai ha bisogno di ampliare i propri orizzonti, per poter meglio interpretare il nostro sempre più complesso universo.
Nadia Pische