Prosegue a ritmi sostenuti la seconda giornata dell’European Jazz Expo in scena fino al 2 ottobre al Teatro Massimo di Cagliari. Dopo la prima mondiale assoluta dedicata a Michel Petrucciani, il festival entra nel cuore della rassegna con un graditissimo ritorno, quello di Gianluca Petrella, trombonista tra i più acclamati della scena mondiale, che al Teatro Massimo sale sul palcoscenico principale, alle ore 19.00, con un sestetto eccezionale, ft. il sassofonista Soweto Kinch. Petrella è tra gli artisti più amati dalle platee, ha vinto per due anni consecutivi il celebre “Critics Poll” della rivista Down Beat, nella categoria “artisti emergenti”. In oltre venti anni di carriera ha collaborato con artisti di fama internazionale scrivendo, suonando e incidendo musica in maniera trasversale, dalla sperimentazione al mainstream. È universalmente riconosciuto per aver conquistato i festival internazionali più prestigiosi (da Montreal a Toronto, passando per Tokyo, Rio de Janeiro, Buenos Aires, Parigi, Londra, New Orleans) e per i lavori pubblicati dalle varie etichette discografiche (ECM Records, Blue Note, !k7, Ninja Tune). “Cosmic Renaissance” è il suo progetto ispirato alla musica di Sun Ra, col quale ha già inciso tre lavori. Un progetto in cui il trombonista andrà in scena in questa prima esclusiva al Teatro Massimo insieme a Soweto Kinch, sassofonista, mc e produttore londinese. (Ore 19, M1, Gianluca Petrella, trombone/elettronica/moog; Soweto Kinch, sax altro sax/soprano/mc; Mirco Rubegni: tromba; Riccardo Di Vinci, basso elettrico; Federico Scettri, batteria/elettronica; Simone Padovani, percussioni)
Secondo appuntamento sempre sul palcoscenico principale, alle 22.10, è quello con la Jazz Brigade, una formazione costellata di stelle della scena jazz mondiale, una storia colma di progetti creativi e di collaborazioni illustri che naviga in giro per il mondo. Il leader della band è Sylwester Ostrowski, sassofonista, compositore, produttore musicale originario di Szczecin, Polonia, che riunisce in questo progetto la pianista giapponese-americana nominata ai Grammy Miki Hayama, il groove machine Owen Hart Jr. alla batteria, il veterano di Art Blakey Essiet Essiet al contrabasso, l’astro nascente polacco Jakub ‘Mizer’ Mizeracki alla chitarra, e infine la magnifica voce blues/gospel/jazz della vocalist americana Dorrey Lin Lyles. Come leader, Ostrowski fa risplendere il suo approccio personale e la reputazione internazionale del suo gruppo, creando forti legami artistici con giovani talenti e musicisti affermati. (Sylwester Ostrowski, sax tenore; Dorrey Lin Lyles, voce; Miki Hayama, piano; Jakub “Mizer” Mizeracki, chitarra; Essiet Okon Essiet, contrabbasso; Owen Hart Jr. batteria)
Molto atteso il concerto di Matteo Leone (ore 20.20, M2), il vincitore assoluto del Premio Parodi nel 2021 e finalista del Festival Musicultura 2022. Vincitore assoluto del Premio Parodi nel 2021 e finalista del Festival Musicultura 2022, Matteo Leone narra in musica storie di viaggi, di mare e le gesta di donne e uomini che sin dal lontano 1400 cercano un luogo chiamato Casa. Avviato sin da giovanissimo allo studio della musica, dopo una parentesi di un anno in Mauritania, Matteo dà avvio alla sua formazione nella banda del suo paese, Calasetta, nella sezione percussioni. Continua il suo percorso musicale a Bologna, dove scopre il jazz e le avanguardie. Tornato in Sardegna, si iscrive al Conservatorio di Cagliari per lo studio della batteria jazz. Un lungo viaggio negli State lo avvicina al mondo del blues. Fonda i Don Leone con Donato Cherchi (voce) con cui si impone all’Italian Blues Challenge del 2017, accede alle finali europee 2018 a Hell (Norvegia) e alle semifinali dell’International a Memphis. La sua lingua narrante è il tabarchino, il dialetto di Calasetta, un misto di ligure, arabo e un pizzico di maltese. (Matteo Leone, voce/chitarra; Fabrizio Lai, bouzuki/chitarra acustica/percussioni; Matteo Dessì, chitarra/percussioni; Matteo Muntoni, basso; Stefano Vacca, batteria)
Musica sotto le stelle, nella magnifica Terrazza del Massimo, ore 20.20, con la Paolo Carrus Big Band Terrazza. Si tratta di una Big Band nata nell’ambito del corso di musica d’insieme tenuto da Paolo Carrus, alla Scuola civica di Cagliari che ha lo scopo di far rivivere l’esperienza dell’ensemble come luogo ideale per la diffusione del jazz orchestrale e di crescita attraverso la compresenza di musicisti di diversa estrazione. L’orchestra si arricchisce di nuove sonorità e si avvale dell’apporto delle percussioni per evocare le caratteristiche ritmiche provenienti dall’America Latina. Il repertorio è costituito da standards, da classici della musica brasiliana, da composizioni del cuban latin jazz, alternati a brani originali. L’ensemble ha svolto una lunga attività: dal primo concerto a Cagliari nel 2002, la band si è esibita nel quadro di prestigiose rassegne internazionali, tra cui Jazz in Sardegna, Cala Gonone Jazz, Nuoro Jazz. Nel 2005, nel corso del Festival di S’Anna Arresi, la big band ha avuto come ospite il grande musicista Pat Metheny. Nel 2011 ha partecipato al Festival EJE con ospite il chitarrista Franco Cerri. (Paolo Carrus, direzione/piano; Paolo Assiero Brà, basso; Nicola Monari, batteria; Giorgio Deidda, chitarra; Dario Pirodda, sax/flauto; Mauro Perrotta, sax alto; Alessandro Medici, sax alto; Valter Alberton, sax tenore; Gianfranco Faret, sax tenore; Daniel Thiessen, sax baritono; Mauro Medda, tromba; Giorgio Granella, tromba; Manuel Mulas, tromba; Maurizio Piasotti, tromba; Massimo Demontis, trombone; Sergio Farci, percussioni)
Per i più piccini (ma non solo) l’appuntamento con Jazzin’ Family è alle 11.00 in sala M3. Jazz in Sardegna consolida anche quest’anno la sua attenzione verso la fascia dei piccolissimi, creando un intero segmento dedicato alle neo-famiglie e sviluppando uno spazio speciale della programmazione dove mettere in campo visioni e sperimentazioni musicali concrete, che approfondiscono il concetto di improvvisazione sonora in tutte le sue possibili forme. Con questo intento, nasce Jazzin’ Family, diretto da F. Romana Motzo, che diviene una casa dove realizzare progetti musicali dedicati, che tengano conto di tutte le necessità proprie dell’inizio della vita. Un mondo-musica dove sperimentare modi infiniti per rendere la musica un’esperienza totalizzante e uno strumento fondamentale per crescere insieme. Il Jazz con gli occhi di un bambino, dedicato alla fascia d’età dei 24 mesi, è ormai alla sua sesta edizione e consolida il principio fondante che rende la musica un’esperienza vitale e necessaria. Ideato e condotto da F. Romana Motzo, da quest’anno si divide in due momenti specifici: il LAB, un percorso di preparazione all’evento per i nuclei familiari partecipanti e la JAM, evento clou del progetto in cui genitori e bambine-i incontrano la guest-musician, scelta ogni anno per l’occasione, per suonare insieme all’interno di una jam session ricca di espressività libera e musicalità condivisa. E così il suono diviene strumento d’incontro e l’improvvisazione sonoro-musicale, la magia di una relazionale istantanea fortemente inclusiva. (Guest musician, Matteo Leone)
Anche il cinema protagonista della tre giorni festivaliera grazie a “Cinematica, suoni da e per il cinema”, le selezioni musicali curate da Gianmarco Diana. Le più belle colonne sonore del cinema italiano e internazionale degli anni ‘60 e ‘70 saranno proposte negli spazi del Fuaiè, tutte le sere a partire dalle 20.20. Cagliaritano, classe 1973, musicista e compositore, Diana è anche music selecter poliedrico, autore delle colonne sonore del film “Jimmy della collina” di Enrico Pau e del documentario “Casteddu Sicsti” di Paolo Carboni. Sabato 1 ottobre, a partire dalle 23.30, cambio alla consolle con i “Groove signals” di Marco Cabras, un viaggio in musica alla sorgente della black music e delle sue ramificazioni.
E fino a domenica 2 ottobre, sarà possibile partecipare al workshop fotografico con Pino Ninfa, a cura di Francesca Mancini (sala M9, dalle 10.00 alle 21.00), intitolato “In viaggio con la musica, nel segno del racconto – Una storia da raccontare”. Il workshop si propone di affrontare il tema della documentazione fotografica in ambito musicale, proponendo un percorso dove la parte documentativa si affianca all’indagine fotografica, per cercare di superare il limite della rappresentazione di un evento. Troppo spesso concerti e performance si situano all’interno di canoni convenzionali, sviluppando dinamiche consuete, con poca attenzione al rapporto fra musica e immagine e impedendo, di fatto, una crescita generale sia per le modalità comunicative dell’evento, sia per la ricerca di ogni fotografo. Il workshop svilupperà l’esigenza di raccontare una storia, grazie a un uso sapiente delle immagini fotografiche. Presidente dell’associazione P.I.M. (Poesia-Immagine-Musica), Pino Ninfa sviluppa progetti sul territorio nazionale ed estero legati al reportage e allo spettacolo. In ambito musicale e, in particolare nel jazz, ha intrapreso da anni una ricerca rivolta a considerare come elementi significativi i luoghi dei concerti e il loro rapporto col pubblico e con gli artisti.