Si apre a Tula la giornata di domani (sabato 13 agosto) di Time in Jazz, il festival internazionale ideato e diretto da Paolo Fresu, in corso fino a martedì 16 tra il suo paese natale, Berchidda, e gli altri quindici centri e località del nord Sardegna, sotto il titolo “Rainbow”.
Alle 11.00, alla chiesa di Nostra Signora di Coros, è atteso il trio Nerovivo della batterista, cantante e compositrice Evita Polidoro, di scena con Davide Strangio (voce e chitarra) e Nicolò Francesco Faraglia (chitarra). Classe 1995, Evita Polidoro è uno degli astri nascenti della scena jazzistica nazionale, che ha già al suo attivo importanti collaborazioni e riconoscimenti: lo scorso anno ha fatto parte dell’ensemble che ha accompagnato il tour italiano di Dee Dee Bridgewater e ha partecipato (in sostituzione del titolare) al concerto targato Siena Jazz con Shai Maestro, Avishai Cohen e Matt Penman. Attualmente sta lavorando al suo primo EP da solista in veste di cantante e compositrice con l’utilizzo di sola strumentazione elettronica e al futuro disco con il trio Nerovivo, un progetto basato sullʼimportanza e sulla scelta del suono: “Nerovivo è quello che mi passa per la testa”, dice Evita Polidoro: “Nerovivo è il contrasto continuo nel vivermi la vita: Nero i giorni dispari e Vivo i giorni pari”.
Nel pomeriggio (alle 18), la chiesa medievale della Madonna di Castro, nelle campagne di Oschiri, fa da teatro alle note di Anais Drago, violinista, compositrice, improvvisatrice di scena in “Solitudo”, come si chiama il suo nuovo album che, a dispetto del titolo, stupisce per la moltitudine di suoni e la ricchezza armonica e melodica; vincitrice del referendum Top jazz della rivista Musica Jazz nel 2021, nella categoria “nuove proposte”, l’artista si muove tra jazz, rock, world-music, avanguardia e sperimentazione, nella costante ricerca delle nuove potenziali voci del violino, attraverso l’uso sapiente di effetti, loop station e campionatori.
Di rientro a Berchidda, alle 19.00, le festose note della Funky Jazz Orchestra scaldano l’atmosfera del paese con la consueta street parade della formazione diretta da Antonio Meloni, guidando il pubblico verso la Pizzeria da Ivan, per una nuova tappa della rassegna Festivalbar, la vetrina diformazioni e solisti, ospitati ogni sera in un diverso locale di Berchidda: protagonista, in questa occasione, il trio Aesthetics Wawes del trombettista berchiddese Fabrizio Fresu, con un repertorio di arrangiamenti di classici del jazz in chiave funk e drum‘n’bass.
Alle 21.30, i riflettori di Piazza del Popolo si accendono su un’autentica icona del jazz, Archie Shipp: sassofonista, cantante, compositore, cantautore, poeta e drammaturgo, ottantacinque primavere a maggio, paladino del movimento d’avanguardia del free Jazz negli anni Sessanta/Settanta, è stato in grado di calarsi nel jazz mainstream, restando però fedele alla sua estetica. Tecnica e sensibilità gli consentono di integrare i variegati elementi che ha ereditato dai grandi maestri del sax tenore, da Ben Webster a John Coltrane, nel suo personale modo di suonare: “il selvaggio graffio dei suoi attacchi, il suo suono imponente, scolpito da un vibrato controllato in tutte le estensioni, le sue frasi portate fino a restare senza respiro, i suoi improvvisi cambi di livello, l’intensità dei suoi tempi, ma anche la tenerezza vellutata intessuta in una ballad”, come ha osservato lo scrittore e critico Francis Marmande.
In questa occasione, Archie Shipp porta in scena il progetto “There is Love” con Marion Rampal (voce), Michel Benita (contrabbasso) e Pierre-François Blanchard (pianoforte): un viaggio tra le melodie che “abbracciano, di volta in volta, la grande tradizione afroamericana, il sacro e il profano, sempre in vicinanza con l’emozione della voce”, come scrive Martin Sarrazac.