Una storia sull’amicizia per Gianmarco Tognazzi, protagonista de “L’onesto fantasma” con testo e regia di Edoardo Erba, accanto a Renato Marchetti e Fausto Sciarappa, e con la partecipazione in video di Bruno Armando (produzione Altra Scena – Viola Produzioni), in cartellone – in prima regionale – mercoledì 21 febbraio alle 21.00 al Teatro Comunale di Ittiri, giovedì 22 febbraio alle 21.00 all’AMA / Auditorium Multidisciplinare di Arzachena, venerdì 23 febbraio alle 21.00 al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri, sabato 24 febbraio alle 21.00 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e, infine, domenica 25 febbraio alle 21.00 al Teatro Costantino di Macomer sotto le insegne de La Grande Prosa firmata CeDAC Sardegna.
La pièce racconta le storie quattro attori, tra i quali durante una tournée era nato un forte legame fatto di stima personale e professionale, di fratellanza e di affetto, interrotto improvvisamente per la tragica fine di uno di loro, il cui ricordo affiora prepotentemente in occasione della mise en scène dell’“Amleto” di William Shakespeare. Gli altri tre infatti hanno proseguito le rispettive carriere, con esiti molto differenti: mentre Gallo ha ottenuto il successo sul grande schermo, Costa e Tito faticano a sbarcare il lunario e vorrebbero coinvolgere l’ex compagno di scena ormai famoso in un loro progetto teatrale. Ma Gallo non intende tornare sul palco dopo la scomparsa dell’amico e per persuaderlo nasce l’idea di affidare il ruolo dello spettro proprio al defunto, con tanto di nome in locandina. Un omaggio postumo che suscita molte perplessità in Gallo, il quale soffre ancora per la perdita dell’amico, a cui voleva un bene dell’anima… finché questi non gli appare come un fantasma, venuto a chiedere vendetta per i torti subiti.
“L’onesto fantasma” si trasforma così in una sorta di dark comedy, dove in un gioco del teatro nel teatro, realtà e finzione si confondono e come il padre induce Amleto a punire il suo assassino, così il fantasma dell’amico esige che gli antichi compagni di scena dicano finalmente la verità e ammettano i reciproci tradimenti. Tra elementi autobiografici e metateatrali, Edoardo Erba affronta il tema dell’assenza, in un ipotetico ritorno dall’aldilà di uno spirito inquieto, che si rivela ai tre attori superstiti come «l’essenza del sentimento che li legava e li legherà per la vita».