Torna la grande boxe ad Arborea: domenica 17 luglio, nell’Horse Country Resort & Congress, dalle ore 19.00 si svolgerà la sesta edizione del Sunday Night of Boxing, torneo diventato ormai un punto fermo del pugilato isolano, organizzato come sempre dalla palestra oristanese Corner Gym Boxe e dal suo tecnico Marcello Loi.
Quest’anno la serata sarà divisa in due parti: la prima dedicata al pugilato dilettantistico, con dieci incontri tra i migliori pugili isolani, mentre nella seconda parte spazio al pugilato professionistico, con l’esordio a torso nudo del pugile sardo-romeno della Corner Gym Boxe, Sorin Claudiu Lacatus, opposto al britannico Charles Michael Aristide, 35 anni, in un incontro ordinario dei pesi Welter (67kg, categoria intermedia).
Dai boschi al ring. Occhi puntati domenica su Sorin Claudiu Lacatus, che tenta, a 34 anni, il salto nei professionisti, in un match sulla distanza delle sei riprese, dopo aver disputato una buona carriera dilettantistica, che lo ha visto vincere per due volte il titolo regionale e ben figurare sempre sui ring isolani. Arrivato a Riola nel 2006 da una cittadina poco distante da Timisoara (regione orientale della Romania) per raggiungere il padre e lo zio, come loro e tanti connazionali ha fatto il dipendente pastore per un anno; quindi, ha iniziato a lavorare in una segheria di Cabras. Fino all’incontro con il nipote del suo principale, che frequentava una palestra di pugilato: «Volevo fare un match e poi non saperne più niente – ha raccontato Claudio, come lo conoscono tutti in Sardegna -. Ho iniziato con gli allenamenti, tre volte a settimana, e nel 2015 ho fatto il primo incontro e ho vinto». Ma non si è fermato, anzi. «La boxe mi piace sempre di più. Mi aiuta a scaricarmi, mi ha dato modo di raggiungere un equilibrio». Sport e allenamenti, la sera, ma la mattina sveglia alle 6 e a lavoro, a tagliare legna. «La palestra – ammette Lacatus – è come un lavoro, non lo vedo come un impegno. Quando arrivo mi riscaldo, metto i guantoni e mi sento un altro, riposato, pieno di energia, libero». Unico rimpianto, è esserci arrivato tardi: «Tramite lo sport ho fatto tante amicizie, mi dispiace per il tempo perso prima, avrei potuto avere numerose esperienze in più».
Il tecnico. «La sua passione per la boxe – racconta il suo allenatore Marcello Loi – è nata in Sardegna, ricordo quando venne per la prima volta in palestra e mi disse che voleva fare un incontro di pugilato. Da lì ha avuto inizio la sua e la nostra avventura agonistica. Claudio si allena tutti i giorni, è il primo ad arrivare e spesso l’ultimo ad andar via». Una carriera iniziata tardi, quella di Lacatus: «Cominciare con la boxe a 27 anni non è da tutti, i più grandi pugili iniziano da giovanissimi, fin dall’adolescenza. Ciononostante, la vera marcia in più di Claudio è la determinazione e la tenacia con cui ha deciso di affrontare questa sfida. Un’avventura non solo sportiva, ma di vita che ha dato la possibilità a un giovane migrante giunto in Sardegna a 19 anni di inserirsi nella nostra comunità e di conquistare uno spazio nella società dove lo sport è stato il passaporto con cui varcare tante porte».
Foto di Max Casula
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