E’ morto ieri, all’età di 81 anni, Lamberto Leonardi, l’allenatore di due promozioni della Torres in C1. Dopo una lunga e a tratti brillante carriera da calciatore che ha vissuto le stagioni più prestigiose con le maglie della Roma e della Juventus, ha intrapreso la carriera di allenatore, durata 35 anni, dal 1974 al 2009, togliendosi le migliori soddisfazioni con la Torres, che ha allenato in tre periodi diversi: dal 1986 al 1988, con la prima stagione coronata dalla promozione dalla C2 e la seconda con un 7° posto in C1 (l’anno successivo la Torres con Francesco Liguori in panchina si classificò al 4° posto, con la promozione sfiorata, alle spalle del Cagliari, primo classificato e promosso in serie B, del Foggia e del Palermo; nella stagione 1990/1991, la meno fortunata; e, infine, dal 1999 al 2002, vincendo ancora il campionato di C2 al primo colpo e classificandosi poi al 7° posto in C1.
La Torres ha ricordato Lamberto Leonardi, il caro “Bebo”, in un post pubblicato nella pagina Facebook ufficiale, che riportiamo integralmente.
Ci ha lasciati Bebo Leonardi, un allenatore che ha fatto la storia del nostro club, amatissimo dai tifosi rossoblù, protagonista di momenti indimenticabili come le due promozioni in C1 nel 1987, con una squadra eccezionale ispirata da un giovanissimo Gianfranco Zola, e nel campionato 1999/2000 che tutti ricordano come “la trasferta di Mestre”, di cui recentemente abbiamo voluto ricordare i 20 anni con immagini e parole. E ancora, nell’anno successivo, la Serie B solo sfiorata, con i playoff che sfumarono in seguito alla sconfitta per 2 a 1 contro l’Ascoli.
«Bebo Leonardi è stato un grandissimo protagonista della nostra storia – le parole del presidente della Torres Salvatore Sechi – e con lui, da vice presidente, ho condiviso uno dei momenti più belli ed entusiasmanti del mio percorso sportivo con la promozione in C1 del campionato 99/2000. È con grande tristezza che accolgo questa notizia perché ci siamo sentiti proprio di recente perché avevo saputo che si trovava ricoverato e l’ho chiamato per fargli sentire l’affetto e la vicinanza del suo amato mondo torresino. Mi ha detto che ci saremmo incontrati presto allo stadio perché aveva desiderio di rivedere la “sua” Torres, come aveva fatto lo scorso anno andandosi a prendere l’abbraccio affettuoso della curva. Il suo pensiero è stato, ancora una volta, per la squadra che ha amato e si portava nel cuore.
A nome mio, dei dirigenti, dello staff, dei giocatori e di tutti gli appassionati rossoblù e del mondo del calcio, rivolgo alla famiglia di Bebo Leonardi le condoglianze più affettuose. Nessuno, ne siamo certi, si dimenticherà di lui.»