Configurandosi sin da subito con le sue asprezze, confluite in una congerie di disagi che hanno tramortito seriamente tantissime Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e Società Sportive Dilettantistiche (SSD), il famigerato Lockdown ha provocato anche un immediato risveglio delle coscienze da parte di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’impiantistica sportiva e delle tantissime professionalità che vi ci ruotano attorno.
Colpito direttamente dalla problematica, il presidente della FIN Sardegna Danilo Russu, preoccupatissimo per il tremendo knock out subito dalle numerose strutture sparse nell’isola, ha formato un fronte compatto al fine di risollevare al più presto le sorti di un comparto che rischia il naufragio. Da questa unione è nato il movimento Uniti…Fin da Sempre, con oltre 35 piscine aderenti all’iniziativa.
Danilo Russu si è consultato con attivisti regionali e nazionali del mondo sportivo, politico, fiscale e sanitario, mettendo al centro della ripresa non solo le strutture che campano di cloro, ma anche tutte le altre che con la chiusura totale hanno messo in ginocchio intere famiglie.
All’iniziativa isolana se ne sono aggiunte altre nel resto d’Italia. In Lombardia, per esempio, spicca il movimento SOS Piscine Zona Rossa.
Il 23 aprile 2020 si costituisce AGISI (Associazione Gestori Impianti Sportivi Italiani), presieduta dall’ex campione del mondo dei 200 stile libero Giorgio Lamberti. Del consiglio direttivo fa parte anche il sassarese Danilo Russu.
«Abbiamo raccolto le istanze e le grida di dolore di tante ASD e SSD che gravitano attorno alle piscine – dichiara Giorgio Lamberti – ma ci rivolgiamo a tutti i gestori di strutture diverse e polivalenti perché le necessità sono medesime. L’impulso è stato di dedicarci a qualcosa diretto a noi stessi ed agli altri non limitandoci a scrutare le criticità dell’oggi ma con la propensione di costruire e programmare il futuro.»
Il nuovo organismo offrirà le sue attenzioni a chi si occupa di sport di base e quindi alle attività didattiche in seno ad ogni impianto sportivo, ma senza trascurare chi lavora per lo sviluppo dell’attività agonistica.
Lamberti ha poi elencato le diverse tematiche che AGISI affronterà con la massima attenzione: «Si dovrà garantire la sostenibilità finanziaria degli organismi sportivi – rimarca – per tutelare l’impiantistica, ma soprattutto le risorse umane perché senza le collaborazioni sportive non si va da nessuna parte, in quanto rappresentano la struttura portante del sistema. Sarà decisivo anche il dialogo con le istituzioni. Non nasciamo come rivoltosi, semmai come soggetto responsabile, con diverse competenze importanti, capaci a nostro avviso di essere di supporto alle istituzioni».
E infatti AGISI si è già relazionato con Sport e Salute, Ministero, CONI, e ovviamente la FIN che ha avuto molte analogie con le problematiche dei gestori.
«Leggeremo attentamente il Decreto Rilancio – puntualizza l’ex campione di nuoto – nell’auspicio che indichi in maniera attenta le specificità intrinseche nell’impiantistica sportiva e il mondo dilettantistico, distinguendo le prerogative e le necessità di ogni singolo ambiente.»
La peculiarità del nuovo organismo di categoria è che si fonda sulla partecipazione degli aderenti attraverso un sistema orizzontale, nel quale tutti i soci possano dare il proprio contributo. Importante sarà formare dei delegati su ogni territorio regionale che si facciano promotori nella istituzione di tavoli tematici.
A tal proposito è stato diffuso un questionario di ascolto rivolto a chi vuole sposare la causa AGISI che avrà il ruolo di attivare concertazioni atte ad affrontare tematiche di primo piano. «È nostra intenzione lavorare fianco a fianco con i gestori – dice ancora Lamberti – affinché si possano consultare con esperti del settore esterni; insieme matureranno delle proposte da sottoporre nelle sedi ministeriali e regionali. Penso ad argomenti relativi al credito e alla finanza. Ritengo che ai fini di una ripartenza tranquilla, certe voci di spesa come energia elettrica o costi dell’IVA andranno calmierati per non aggravare un bilancio già profondamente in rosso. Immagino anche interlocuzioni di carattere tecnico con docenti universitari, esperti di materie fiscali, sanitarie, comunicazione e marketing. Non meno importante sarà intavolare trattative con gli enti pubblici che si ritrovano a gestire impiantistiche ormai fatiscenti e al limite delle norme. Insomma dovremo trovare tutte le formule idonee per aiutare il conduttore nell’ottica di un allungamento delle convenzioni. E poi daremo spazio anche a scambi fruttiferi con i servizi associativi focalizzando maggiori attenzioni sul mondo del lavoro e delle collaborazioni sportive.»
A tal proposito, AGISI si impegnerà a trovare soluzioni agli operanti in queste realtà, nella speranza che il loro mestiere possa essere dirottato verso le categorie dei lavoratori autonomi o subordinati, senza però intaccare eccessivamente i bilanci delle aziende sportive: per come sono strutturate e configurate non potrebbero sopportare una lievitazione dei costi.