C’era anche Francesca Deidda, della Promogest Cagliari/Fiamme Oro, tra le nuotatrici sincronizzate dell’Italia che hanno raggiunto il quinto posto a squadre alle olimpiadi di Tokyo.
L’atleta sarda, dal vissuto campidanese arricchito di sangue ogliastrino vanta un curriculum invidiabile con l’argento a squadre conquistato nel 2019 ai mondiali di Gwangju. In precedenza altro argento di squadra colto agli Europei 2016 a Londra e nello stesso anno si registra anche la sua prima partecipazione ad una manifestazione olimpica. Ma nel carniere personale, Francesca può andare fiera anche dei due bronzi continentali nel combinato a squadre conquistati agli Europei di Eindhoven 2012 e Berlino 2014. Senza contare altri traguardi giovanili di un’attività internazionale cominciata nel 2008.
«La gara in sé è stata “complicata” dopo l’esercizio libero in cui inaspettatamente il Canada ci è passato davanti – dichiara Francesca Deidda – e per l’ennesima volta ci siamo rimboccate le maniche; il giorno dopo siamo entrate in acqua con la giusta cattiveria per prenderci il posto che ci spettava. Non possiamo che essere soddisfatte.»
«Come per tutti – aggiunge Francesca Deidda -, sono stati due anni difficili a causa della pandemia che ha creato continue incertezze durante il cammino che ci ha portato a Tokyo. Temevo che sarebbe stata un’olimpiade totalmente diversa da quella vissuta a Rio, proprio a causa del Covid, ma in realtà l’organizzazione è stata talmente efficiente da far vivere comunque lo spirito magico dei Giochi.»
L’atleta sarda, dal vissuto campidanese arricchito di sangue ogliastrino vanta un curriculum invidiabile con l’argento a squadre conquistato nel 2019 ai mondiali di Gwangju. In precedenza altro argento di squadra colto agli Europei 2016 a Londra e nello stesso anno si registra anche la sua prima partecipazione ad una manifestazione olimpica. Ma nel carniere personale, Francesca può andare fiera anche dei due bronzi continentali nel combinato a squadre conquistati agli Europei di Eindhoven 2012 e Berlino 2014. Senza contare altri traguardi giovanili di un’attività internazionale cominciata nel 2008.
«La gara in sé è stata “complicata” dopo l’esercizio libero in cui inaspettatamente il Canada ci è passato davanti – dichiara Francesca Deidda – e per l’ennesima volta ci siamo rimboccate le maniche; il giorno dopo siamo entrate in acqua con la giusta cattiveria per prenderci il posto che ci spettava. Non possiamo che essere soddisfatte.»
«Come per tutti – aggiunge Francesca Deidda -, sono stati due anni difficili a causa della pandemia che ha creato continue incertezze durante il cammino che ci ha portato a Tokyo. Temevo che sarebbe stata un’olimpiade totalmente diversa da quella vissuta a Rio, proprio a causa del Covid, ma in realtà l’organizzazione è stata talmente efficiente da far vivere comunque lo spirito magico dei Giochi.»
Antonio Caria
Foto di copertina Giorgio Scala DBM