La Commissione regionale per le Pari opportunità tra uomini e donne ha incontrato questo pomeriggio a Cagliari, alla presenza della vicepresidente della Giunta regionale, Alessandra Zedda, e dell’assessore Gabriella Murgia, il mondo delle donne arbitro. All’incontro guidato dalla vice presidente della Commissione Barbara Congiu ha partecipato, tra gli altri, Katia Senesi, prima donna componente del comitato nazionale arbitri, Aia, che citando i rossoblù ha ricordato come per la prima volta nella storia, qualche mese fa, un arbitro donna abbia diretto l’incontro di una squadra di Serie A maschile, il match di Coppa Italia tra Cagliari e Cittadella.
«Il valore della donna è un tema ricorrente nella società d’oggi – ha evidenziato la vicepresidente Alessandra Zedda -. Per noi donne stabilizzarci e avere ruoli in settori maschili, come è quello dello sport che comunque è caratterizzato dalla doppia presenza, è sempre stato difficile. Speriamo di poter dire presto che è stato difficile fino a poco tempo fa e che ora le cose sono cambiate e le donne hanno le stesse opportunità degli uomini.»
«Il mondo dello sport in generale, e quello degli arbitri in particolare, deve ancora fare molta strada per cancellare del tutto le discriminazioni di genere e aprirsi completamente alle pari opportunità – ha spiegato l’assessore Gabriella Murgia -. È con grande piacere, e anche con una buona dose di soddisfazione come ex presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità, che posso notare come in Italia e anche qui in Sardegna stia crescendo, giorno dopo giorno, la componente femminile in un ruolo tradizionalmente riservato agli uomini e troppo spesso popolato quasi esclusivamente da uomini. Penso in primo luogo al mondo del calcio – ha proseguito l’assessore – dove qualcosa finalmente si sta muovendo. E vorrei ricordare, con un pizzico di orgoglio sardo, che Maria Grazia Pinna, di Carloforte, è stata la prima donna, nel 1979, a indossare la giacchetta nera in una partita di calcio.»
L’incontro, grazie all’impegno della Commissione regionale, ha rappresentato l’occasione per mettere in luce le difficoltà e le potenzialità del mondo femminile in un contesto storicamente maschile.
«È un mondo ancora in salita, che fatica a includere e valorizzare la presenza femminile, ma oggi siamo qui per dare un contributo e tenere vivo l’impegno in favore della presenza femminile anche nello sport, e nel mondo arbitrale in particolare, e contro la disparità di genere – ha detto in apertura dell’incontro la presidente Barbara Congiu parlando a un tavolo composto perlopiù di donne, oltre a due osservatrici di Calcio a 5 e della serie A, era presente una folta delegazione di donne arbitro, ma rappresentato anche dal presidente Figc regionale Gianni Cadoni, dal presidente del comitato regionale arbitri, Marcello Angioni, e dal presidente sezione di Cagliari, Andrea Melis -. Concretezza, voglia di fare, di lavorare insieme (donne e uomini), di accorciare le distanze tra i sessi in favore delle competenze e della professionalità, le direttrici seguite nel corso degli interventi.»
«Per arrivare al pieno riconoscimento del ruolo della donna e a pari condizioni tra l’universo femminile e quello maschile ci aspetta ancora un percorso complesso, ma negli ultimi anni c’è stata un’accelerazione importante su alcuni settori – ha spiegato la vicepresidente Alessandra Zedda ricordando anche le misure messe in campo dalla Giunta regionale in favore del mondo femminile e della conciliazione (voucher in favore delle donne imprenditrici, lavoratrici autonome e libere professioniste) -. Se i Governi fossero guidati da donne forse oggi non avremo guerre. Le donne sono ambiziose, tenaci, dure, complesse ma sensibili e leali. Sono in prima fila quando c’è da lavorare, un po’ meno quando c’è da raccogliere i frutti, ma sono convinta che il lavoro paghi sempre e comunque.»
«Oggi, con questo incontro facciamo un altro passo avanti verso il superamento di un muro fatto di pregiudizi, diffidenze e facili quanto anacronistiche ironie – ha concluso l’assessore Gabriella Murgia – che ha finora impedito alle donne di occupare posti di rilievo e che sarà finalmente abbattuto quando tutti noi, a cominciare dagli addetti ai lavori, dagli operatori dei media e dall’opinione pubblica, opereremo un nuovo salto di mentalità riuscendo a valutare una prestazione arbitrale senza differenziarla in base a un preconcetto di genere, ma giudicandola solo per le capacità tecniche dimostrate sul campo.»