Ha segnato la rete con cui ha garantito la permanenza dell’Olbia in serie C. Ma ora, Roberto Ogunseye, è arrivato il momento dei saluti alla società gallurese.
«Sono contento di poter salutare tutti, penso sia un atto dovuto per dire grazie alla Società, alla città e a tutti i tifosi dell’Olbia – queste le sue parole -, Martedì, a Gorgonzola, abbiamo fatto qualcosa di speciale. La squadra meritava tutto questo perché in 9 uomini contro 11 sarebbe stato facile arrendersi. Invece noi abbiamo tenuto duro, rimanendo aggrappati con la testa e con il cuore alla gara. Abbiamo sofferto, ma non abbiamo mai mollato. E questo, alla fine, ha fatto sì che i sacrifici venissero ripagati.»
Poi un passaggio sul quel fatidico 92’: «Conquistato il corner, ero sulle ginocchia perché cercavo di riprendere fiato. È difficile spiegare cosa è successo in quegli istanti che hanno preceduto il gol: il mio istinto mi ha detto di guadagnare la posizione ed è andata bene. Se questo è il gol più importante con la maglia dell’Olbia? Assolutamente sì, direi che è stato il gol più importante della mia carriera.»
«Confesso – ha dichiarato Roberto Ogunseye – che quando ho saputo che avremmo dovuto giocarci la stagione in due gare, ho pensato che sarebbe stato bello salvare la squadra con un mio gol. È andata proprio così, non posso che essere felice di questo. Il merito, però, è di tutti.»
Negli attimi che hanno fatto seguito al gol, è rimasto immobile in mezzo all’area mentre tutti esultavano attorno: «Non sapevo cosa fare, lo ammetto. Volevo correre verso qualche direzione, ma non avevo le energie per farlo. Ero semplicemente incredulo, ero convinto che avremmo potuto fare gol, ma sono rimasto frastornato per l’emozione.»
Un suo pensiero sulla città di Olbia: «Qua penso di essere cresciuto non solo calcisticamente, ma anche come uomo. Ho capito tanto anche di me stesso, sicuramente vedo la vita in maniera diversa rispetto a come la vedevo quando sono arrivato a 22 anni. Lascio un posto unico con un bagaglio che mi rende una persona più ricca e migliore.»
Ora la testa è alla sua prossima squadra, il Cittadella: «Sono carico e impaziente di vedere cosa mi aspetta. Io sono sicuro di me e so cosa posso dare alla mia nuova squadra. Dovrò fare in modo di ambientarmi il più velocemente possibile.»
«Sono contento di poter salutare tutti, penso sia un atto dovuto per dire grazie alla Società, alla città e a tutti i tifosi dell’Olbia – queste le sue parole -, Martedì, a Gorgonzola, abbiamo fatto qualcosa di speciale. La squadra meritava tutto questo perché in 9 uomini contro 11 sarebbe stato facile arrendersi. Invece noi abbiamo tenuto duro, rimanendo aggrappati con la testa e con il cuore alla gara. Abbiamo sofferto, ma non abbiamo mai mollato. E questo, alla fine, ha fatto sì che i sacrifici venissero ripagati.»
Poi un passaggio sul quel fatidico 92’: «Conquistato il corner, ero sulle ginocchia perché cercavo di riprendere fiato. È difficile spiegare cosa è successo in quegli istanti che hanno preceduto il gol: il mio istinto mi ha detto di guadagnare la posizione ed è andata bene. Se questo è il gol più importante con la maglia dell’Olbia? Assolutamente sì, direi che è stato il gol più importante della mia carriera.»
«Confesso – ha dichiarato Roberto Ogunseye – che quando ho saputo che avremmo dovuto giocarci la stagione in due gare, ho pensato che sarebbe stato bello salvare la squadra con un mio gol. È andata proprio così, non posso che essere felice di questo. Il merito, però, è di tutti.»
Negli attimi che hanno fatto seguito al gol, è rimasto immobile in mezzo all’area mentre tutti esultavano attorno: «Non sapevo cosa fare, lo ammetto. Volevo correre verso qualche direzione, ma non avevo le energie per farlo. Ero semplicemente incredulo, ero convinto che avremmo potuto fare gol, ma sono rimasto frastornato per l’emozione.»
Un suo pensiero sulla città di Olbia: «Qua penso di essere cresciuto non solo calcisticamente, ma anche come uomo. Ho capito tanto anche di me stesso, sicuramente vedo la vita in maniera diversa rispetto a come la vedevo quando sono arrivato a 22 anni. Lascio un posto unico con un bagaglio che mi rende una persona più ricca e migliore.»
Ora la testa è alla sua prossima squadra, il Cittadella: «Sono carico e impaziente di vedere cosa mi aspetta. Io sono sicuro di me e so cosa posso dare alla mia nuova squadra. Dovrò fare in modo di ambientarmi il più velocemente possibile.»
Antonio Caria