«Centinaia di contenziosi, multe stratosferiche, inchieste sull’operato passato di Abbanoa. E ora ombre sul futuro: dopo il pranzo di Sardara, dove pare abbiano partecipato esponenti di spicco di Abbanoa, è difficile pensare si tratti di una coincidenza la proposta di inserire all’ordine del giorno del prossimo Consiglio di Amministrazione, in programma domani, la nomina di un direttore generale senza aver prima condiviso un percorso trasparente con tutti i portatori di interesse.»

Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Francesco Mura, non risparmia critiche al neo presidente di Abbanoa, Franco Piga, a cui chiede maggiore condivisione, in particolare con il Comitato di vertice di Egas, Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna, l’organismo chiamato ad esprimersi sul modello organizzativo della società di gestione della risorsa idrica.
«È tempo di dare il via a un cambiamento radicale del modello organizzativo, perché il sistema adottato negli ultimi 15 anni, concentrando i poteri su una sola persona, ha fallito ed è sotto gli occhi di tutticonclude il capogruppo di FdIè importante costruire un modello condiviso, di grande profilo e con un processo trasparente, senza lati oscuri. È venuto il tempo in cui ogni cittadino deve sentirsi orgoglioso di godere dei servizi di Abbanoa.»

Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Francesco Mura, ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio regionale, con la quale chiede l’intervento dell’assessore della Sanità, Mario Nieddu, per porre rimedio ai disagi che le popolazioni della provincia di Oristano lamentano da giorni nella somministrazione dei vaccini.

Francesco Mura, esprime rammarico per le modalità, a macchia di leopardo, con cui si stanno portando avanti le vaccinazioni sul territorio ed auspica si valuti l’opportunità di rivedere la struttura organizzativa attualmente responsabile della programmazione e gestione della campagna vaccinale anti-Covid, in provincia di Oristano.

«Non ho mai pensato di dover ricorrere alle prerogative derivanti dagli incarichi istituzionali che ricopro per vedere avviata la campagna vaccinale presso la mia comunità e nei Comuni dell’alto Barigadu – ha aggiunto Francesco Mura -. Devo però rilevare, con grande dispiacere, che a tutt’oggi la somministrazione dei vaccini anti-Covid non è ancora partita in molti piccoli comuni della provincia di Oristano. Ciò a causa delle innegabili fragilità e delle evidenti criticità del sistema messo a punto dalla struttura sanitaria attualmente incaricata.»

Il Consiglio regionale ha approvato il documento di economia e finanza regionale (DEFR) relativo alla manovra di bilancio 2021/2023
La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione congiunta dei documenti economico finanziari della Regione: il Documento di economia e finanza regionale (DEFR) relativo alla manovra di bilancio 2021/2023, il disegno di legge n. 243 – Legge di stabilità regionale (Legge finanziaria 2021) ed il disegno di legge n. 244 (Bilancio di previsione 2021/2023).
Prima di procedere con la discussione il presidente ha sospeso brevemente la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.
Alla ripresa dei lavori, il consigliere di Leu Eugenio Lai ha richiamato l’attenzione della presidenza sulle tante assenze nei banchi della maggioranza, che non consentono il regolare andamento della seduta.
Anche il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha protestato per le assenze ed ha ribadito la sua richiesta di prevedere sanzioni economiche, suggerendo poi una nuova sospensione della seduta, durante la quale i capigruppo dovrebbero adoperarsi per fari rientrare in aula i consiglieri. Il vice presidente, Giovanni Antonio Satta, ha sospeso nuovamente la seduta.

Alla ripresa, ha riassunto la presidenza il presidente Pais che ha dato subito la parola al relatore di maggioranza Valerio De Giorgi (Misto). Il presidente della commissione Bilancio ha affermato che la commissione di competenza, così come le altre. hanno  lavorato con grande sollecitudine, dati i tempi ristretti, effettuando comunque un ampio ciclo di audizioni. L’emergenza sanitaria e quella economica, ha proseguito, hanno indotto le forze politiche a contingentare i tempi rimandando
proposte e valutazioni più approfondite al momento successivo della variazione di bilancio. Inoltre, ha spiegato, da tutte le parti è stata auspicata una rapida approvazione della manovra per dar modo di immettere nel tessuto sociale della Regione tutte le risorse disponibili. Di comune accordo, ha concluso Valerio De Giorgi, si è deciso, infine, di rinviare a successivi atti legislativi interventi su sanità, lavoro, e soprattutto i nuovi strumenti di selezione delle priorità e di corretta valutazione dell’impatto delle leggi sulle diverse componenti del sistema regionale.
Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del M5S Michele Ciusa ha osservato che a suo avviso manca il numero legale.
Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha dichiarato che l’approvazione dei documenti finanziari della Regione con la procedura ristretta che si è voluta scegliere non è in grado di affrontare la crisi né di individuare una strategia di ricostruzione, anche perché la manovra “tecnica” è una fotocopia della precedente e i due mesi di esercizio provvisorio sono stati tempo perso,  anche se ridotto solo per senso di responsabilità delle minoranza. Sarebbe stato meglio, ha ricordato Cesare Moriconi, seguire la linea di altre Regioni, cioè approvare la finanziaria entro Natale e poi cambiarla con successive con variazioni di bilancio, invertendo la tendenza rispetto ad una prassi negativa che ha fatto diventare definitivo l’esercizio provvisorio. Consiglio e Giunta, secondo l’esponente del Pd, non credono troppo in questi strumenti che invece sono i più importanti dal punto di vista politico ed economico, e sono gli unici che possono consentire un vero cambiamento di fronte ai problemi strutturali della lentezza della spesa pubblica, dell’efficienza della pubblica amministrazione, dell’incapacità di valutare e programmare gli effetti delle misure. I numeri sono impietosi, ha aggiunto Cesare Moriconi: abbiamo messo in campo risorse per oltre 400 milioni e poi tutto si è fermato, le misure contro i danni da alluvioni non sono state spese, abbiamo purtroppo un grande volume di fondi in economia non spesi (siamo al 37%) e non ce ne chiediamo nemmeno le ragioni. Alla vigila del Recovery Fund, ha concluso il consigliere, questa realtà è ancora più preoccupante perché i fondi europei sono legati a strette scadenze temporali, pena la perdita delle risorse; abbiamo grande occasione ma ci arriviamo senza una strategia, né gli strumenti per cambiare passo come sarebbe necessario ed urgente.
Sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus è tornato sul tema delle assenze, la cui responsabilità ricade interamente sulla maggioranza e non ci si può nascondere sull’espediente regolamentare che impedisce il conteggio durante la discussione di una legge. Perciò, ha suggerito, che si sospenda se il numero non c’è.
Il capogruppo di Fdi Francesco Mura, ha ricordato che ci sono molti consiglieri che hanno chiesto congedo per motivi di salute legati al virus e non è giusto speculare. Si vada avanti, ha proposto, perché se c’è accordo sui tempi ci deve essere anche per lavorare.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha sostenuto che i congedi non c’entrano perché non vengono conteggiati nel numero legale, per cui se non si sospende la seduta pongo una questione pregiudiziale, chiedo che la finanziaria torni in commissione e chiedo che la proposta sia messa ai voti.
Il presidente ha chiarito di non voler giustificare nessuno sulle assenze durante la discussione del provvedimento più importante dell’anno. Si deve restare in aula, ha aggiunto, e comunque il numero legale c’è.
Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula, chiarendo di volere per primo il rispetto delle regole, ha detto che non si possono contare le frazioni, anche perché la verifica si fa semmai al momento della votazione e non prima.
Il presidente ha invitato a ritrovare serenità e serietà nel lavoro del Consiglio.
Proseguendo la discussione, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo in luce che la relazione di minoranza del collega Cesare Moriconi contiene spunti molto interessanti, che però la maggioranza non sembra di voler cogliere. L’esercizio provvisorio che diventa prassi corrente, come dimostra la storia di molte legislature, è ad avviso di Massimo Zedda una patologia del sistema che va corretta, perché tutto il sistema Regione e la società sarda perdono mesi in attesa di poter spendere risorse assegnate e la programmazione viene stravolta come se un anno fosse di nove mesi, senza dimenticare che proprio da qui nasce la sottovalutazione delle politiche strategiche che trovano spazio nei documenti economico finanziari. Siamo alla terza approvazione della legge di stabilità che viene chiamata “tecnica”, ha annotato Massimo Zedda, ma ciò segnala invece l’incapacità di muoversi secondo una strategia, come se niente nel mondo fosse nel frattempo profondamente cambiato e non in  meglio: la pandemia ha causato meno entrate e meno gettito che pure va a coprire formalmente alcune voci di spesa, e già l’anno scorso c’era un buco di 400 milioni. Le conseguenze di tutto questo saranno drammatiche, ha previsto il consigliere dei Progressisti, perché potremmo trovarci senza soldi, e senza i necessari strumenti per programmare la tanto attesa ripartenza, attraverso il Recovery Fund.
Elena Fancello, a nome del Psd’Az, ha sottolineato il forte impatto della pandemia sull’economia regionale come dimostra la netta flessione de Pil ed il rallentamento dei consumi, con conseguenze anche sul bilancio impegnato in buona parte negli interventi a  sostegno dei settori economici più colpiti e, fra questi, vanno ricordati i giovani che scontano difficoltà storiche ma anche problemi attuali molto forti, dalla perdita del lavoro alla mancanza di occupazione. L’Europa ha un piano molto solido che al tempo stesso rappresenta una sfida generazionale, ha dichiarato Elena Fancello, ciò che manca invece nella politica del governo che non ha la stessa sensibilità. In occasione dell’assestamento, ha poi annunciato, potremo fare molto perché le imprese cercheranno competenze digitali per ripartire e non bisognerà lasciare e terra nessuno: dobbiamo cogliere questi segnali ed assicurare ai giovani strumenti nuovi per entrare nel mondo del lavoro, senza dimenticare le attività tradizionali come agricoltura, dove però siamo in ritardo per mancanza di fondi.
Desirè Manca, del M5S, ha “registrato” il secondo anni di finanziaria venduta ai sardicome “tecnica”, frutto in realtà della totale  incapacità della Giunta, a prescindere dalla pandemia. Ci sono risorse importanti a disposizione che volevamo vedere dopo due mesi di esercizio provvisorio, sotto forma di finanziaria “politica” con progetti forti e scelte coraggiose, per risollevare la sorti della Sardegna come era stato promesso in campagna elettorale, Lo stesso presidente Christian Solinas, ha continuato, ha dichiarato che le risorse erano superiori a quelli del Piano di Rinascita e poi ha proposto 206 progetti per 7 miliardi, riguardanti ferrovie, porti ed edilizia sanitaria, senza far vedere niente ai sardi, e per la verità nemmeno al Consiglio. Io stessa, ha protestato Desirè Manca, ho fatto accesso gli atti e mi hanno risposto che faccio troppe richieste rallentando il lavoro della struttura amministrativa, e quanto ai progetti non mi potevano essere consegnati perché un atto politico e non amministrativo, mentre
in alternativa potevo chiederli al governo oppure al Tar in caso di il diniego. Questa storia non finisce qui, ha assicurato l’esponente del M5S, e chiedo l’intervento della presenza perché è stato violato un diritto dei consiglieri regionali, o forse quei progetti non esistono e sono l’ennesima bugia raccontata ai sardi.
Dopo l’on. Desirè Manca ha preso la parola l’on. Maria Laura Caddeo (Progressisti), che ha detto: “Come mai non stiamo ragionando pensando a quello che succederà quando questa crisi terminerà. Avremmo potuto stanziare più soldi e avremmo potuto immaginare cosa ci occorrerà all’inizio del nuovo anno scolastico.
Per ogni studente disabile va progettato un piano educativo individualizzato ma il piano va stilato sulla base di una diagnosi funzionale di uno neuropsichiatra. E per ottenere risultati bisognerebbe tra l’altro mettere a posto gli edifici, che per due terzi sono più agibili”.
Per Cinque stelle l’on. Michele Ciusa “questa manovra finanziaria non dà risposte perché è tecnica non politica, prova di una prospettiva di rilancio, visto che l’economia sarda era già in difficoltà prima del Covid. Non è concepibile che la giunta non sia riuscita a presentare un piano di rilancio per la Sardegna, proprio  mentre nel 2021 si profila un tracollo peggiore rispetto all’anno che si è chiuso.
Ancora una volta questo Palazzo dimostra di essere ben lontano dai problemi reali della società sarda”. L’oratore ha parlato anche di temi turistici: “Mi auguro che la Giunta non faccia gli errori dello scorso anno”.
Dai banchi del Pd l’on. Giuseppe Meloni ha detto: “Si parla di manovra tecnica perché più o meno è una riproduzione della manovra 2020 ma siamo davanti a una manovra politica a tutti gli effetti. La vera finanziaria politica dovrebbe essere, secondo voi, la variazione di bilancio di primavera, che avete annunciato. Ma attenzione a non distrarre risorse o a trascurare eventi a scapito di altri, soprattutto nella Sanità. E lo stesso vorrei capire per cosa stiamo stanziando 35 milioni di euro per la nuova continuità territoriale. Assessore, ma non dovrebbe entrare in vigore la nuova continuità territoriale con 120 milioni del governo?”.
Sempre dall’opposizione l’on. Eugenio Lai (LeU) ha parlato apertamente di “senso di responsabilità della minoranza, che sta consentendo alla Sardegna di discutere la Finanziaria e di interrompere l’esercizio provvisorio in un momento di grossa emergenza per l’Isola. Voi però non riuscite nemmeno a spendere le risorse né a far funzionare i bandi di contributi. Quali sono i progetti che la Giunta ha presentato sul tema del recovery fund? Credo che manco i capigruppo sappiamo rispondere perché con tutta probabilità non ci sono progetti”.
Sulla stessa linea l’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ha denunciato “i mesi di ritardo di una manovra che poteva essere presentata a novembre senza mettere nei guai il sistema degli enti locali. Siete disorientati e si vede dal ritardo che state consumando per la progettazione europea”.
Per l’on. Franco Mula (Psdaz) “nella cronaca dell’opposizione mancano le inesattezze . E’ vero che siamo in ritardo ma è vero anche che questa finanziaria copre tutti i settori produttivi e quelli che non sono coperti sono oggetto di valutazione in vista dell’importante variazione di bilancio di marzo, come ben sa l’opposizione. Si poteva fare di più e meglio ma in una situazione  drammatica come questa manco il governo nazionale ci sa dire quante risorse ci saranno messe a disposizione dallo Stato a noi”.
Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che, in premessa, si è detto d’accordo con la segnalazione fatta dalla collega del Movimento Cinque Stelle Desirè Manca riguardo alla procedure di accesso agli atti: «I consiglieri regionali hanno il diritto di conoscere tutti gli atti amministrativi – ha detto Francesco Agus – il presidente del Consiglio deve garantire questo diritto».
Sulla Finanziaria, Francesco Agus è stato categorico: «La legge arriva in ritardo in Aula, si è perso un mese e mezzo, noi avevamo chiesto di discuterla all’inizio dell’anno.
Quanto alla natura della legge, ricordo che non esistono leggi tecniche. La Finanziaria è l’atto più importante con il quale si esercita la potestà legislativa».
Il capogruppo dei Progressisti ha poi ricordato che anche lo scorso anno si portò la legge in Aula con tre mesi di ritardo anche se non era ancora esplosa la pandemia.
«Quest’anno c’è un’incertezza legata al quadro nazionale, per questo è necessario capire quali sono le risorse disponibili e come spenderle – ha affermato Francesco Agus – penserei prima di tutto a ridurre gli sprechi, a tagliare i rami secchi e ad eliminare le inefficienze. Mi pare invece che si pensi a creare altri rami secchi. La Giunta non ha un quadro chiaro sulle cose da fare. Occorre valutare le situazioni di crisi e pensare alla programmazione. Noi siamo tenuti a mettere da parte le risorse per i cofinanziamenti, a volte non aver poco per cofinanziare ci potrebbe far perdere molto. Queste sono scelte politiche e non tecniche».
Francesco Agus ha poi lanciato un monito: «Nessuno di noi sa quando sarà discusso l’assestamento di bilancio. Anche se venisse approvato nei primi giorni di aprile trascorrerà almeno un mese prima che arrivi in aula. Ciò significa che non verrà approvato prima di maggio/giugno. Non creiamo inutili aspettative».

L’esponente della minoranza ha auspicato una discussione seria sulla continuità territoriale: «Mi aspetto che domani l’assessore dei trasporti relazioni sul tema. Il dibattito si è spostato sui giornali. Noi non vogliamo contrapposizioni. Si discuta in modo pacato, evitiamo che ci sia un nuovo tira e molla con il Governo».
Francesco Agus, infine, ha invocato un accelerazione sul piano per la ripresa: «Non riesco a capire cosa abbia portato la Giunta a tirare la corda evitando di discutere la questione.
La ripresa sta a cuore a tutti, su questo ci giochiamo i prossimi trent’anni di sviluppo».
Il presidente Michele Pais ha quindi dato la parola all’assessore Giuseppe Fasolino per la replica: «Stiamo per approvare il documento più importante – ha detto il responsabile della Programmazione – mai mi sarei aspettato di portare in aula documenti come questi, nessuno di noi si sarebbe aspettato di affrontare un’emergenza come questa. E’ vero che questa non è una finanziaria normale,  ma è altrettanto vero che stiamo attraversando una situazione senza precedenti. Non possiamo votare una finanziaria dettagliata senza sapere ciò che succederà nelle prossime settimane. Per questo abbiamo optato per una finanziaria tecnica. Ringrazio l’opposizione per aver dimostrato grande senso di responsabilità. Abbiamo scelto un percorso prudente.
Abbiamo fatto una scelta responsabile elaborando un documento snello con pochi obiettivi: dare risorse agli enti locali, uscire dall’esercizio provvisorio, inserire i fondi per la sanità e la continuità territoriale. Una delle certezze è che senza fondi si rischiava di bloccare la continuità territoriale».
Giuseppe Fasolino ha poi ringraziato l’on. Moriconi per il suo intervento: «Le sue sono argomentazioni nobili e serie che mi trovano d’accordo. Meritano una riflessione attenta. Su alcuni punti stiamo già lavorando. L’obiettivo è approvare la prossima finanziaria nei tempi previsti».
Sul Recovery Fund, Giuseppe Fasolino ha preferito non entrare nel merito: «Lo faremo a tempo debito con una discussione franca e dettagliata».
L’assessore ha poi replicato all’intervento dell’on. Maria Laura Caddeo (Progressisti): «Non vogliamo tagliare la cultura. Abbiamo stanziato oltre 7 milioni per compensare i tagli dei fondi statali ed europei. Con l’assessore Andrea Biancareddu abbiamo fatto un programma a medio termine per compensare i tagli dello scorso anno».

Rassicurazioni anche sui fondi per i dispositivi sanitari dei pazienti diabetici: «Abbiamo preso l’impegno, se dovessero mancare i fondi, di stanziare nuove risorse».
Giuseppe Fasolino ha poi concluso il suo intervento rivolgendosi al capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «Una finanziaria politica si potrà avere quando avremo i dati disponibili per programmare. Faremo una variazione di bilancio da sottoporre al Consiglio. Queste che presentiamo oggi sono scelte emergenziali. Invito tutti ad essere prudenti, l’emergenza non è finita, occorre rimboccarsi le maniche e interpretare il futuro».
Il presidente Michele Pais ha quindi dichiarato chiusa la discussione generale e messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 28 voti a favore. Ventuno gli astenuti.
L’Aula ha poi dato il via libera al Documento di economia e finanza e alla risoluzione allegata (26 sì e 14 astenuti).
Su richiesta delle opposizioni la seduta è stata sospesa per 10 minuti.
Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha dato la parola al consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha chiesto al capogruppo del Psd’Az Franco Mula di fornire una copia dei progetti sul Recovery Fund ai gruppi di opposizione: «Ciò consentirebbe di proseguire in modo sereno la discussione».
Il presidente Michele Pais ha espresso forti perplessità: «Non conosco i documenti in possesso dell’on. Mula – ha detto – domani si discuterà l’argomento del Recovery Fund. C’è la disponibilità del presidente della Regione. Evitiamo di creare situazioni di conflitto». Il presidente ha quindi chiuso la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.00.

Si va verso lo stop alla pesca dei ricci di mare, lungo l’intero perimetro costiero della Sardegna, per un periodo di almeno tre anni, contro l’impoverimento dei fondali lungo le coste di tutta l’Isola. Il blocco integrale sarà accompagnato con l’avvio di un costante monitoraggio marino, ad opera dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente e con l’adozione di provvedimenti di sostegno, a favore dei pescatori professionisti, per tutto il periodo di impossibilità allo svolgimento di tale attività di pesca.

L’obiettivo è scongiurare la definitiva scomparsa dei ricci, dal mare che circonda l’Isola, avviando nel contempo un piano, a medio periodo, che ne salvaguardi la sopravvivenza attraverso il progressivo ripopolamento dei fondali. Questo, in estrema sintesi, il contenuto della proposta di legge elaborata del gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale.

A darne notizia è il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Mura, il quale insieme ai colleghi Fausto Piga ed Antonio Mario Mundula, si è fatto carico di affrontare la drammatica situazione in atto. 

Un milione e mezzo di euro per far conoscere la storia e la cultura di Fertilia, Carbonia e Arborea le tre città di fondazione più importanti della Sardegna. Lo prevede una proposta di legge, fatta di otto articoli, presentata questa mattina da Michele Ennas (Lega), Giorgio Oppi (Udc), Emanuele Cera (Forza Italia) e Francesco Mura (Fdi).
«Non è una coincidenza – ha rimarcato Francesco Mura – la presentazione di questo testo normativo nel giorno della memoria per le vittime delle foibe, perché la Sardegna e in particolar modo Fertilia ha accolto centinaia di esuli di Istria, Dalmazia e Fiume, territori dove i partigiani del dittatore Tito hanno massacrato la popolazione civile inerme.»
A detta di Michele Ennas: «La legge si propone di valorizzare un patrimonio culturale celato e meno noto. Con uno stanziamento iniziale di un milione e mezzo di euro si potranno finanziare iniziative culturali organizzate dai Comuni, dagli enti locali o anche dai privati. Spetterà poi alla giunta individuare le modalità e i tempi».
Di Carbonia e del suo sviluppo, che««grazie all’arrivo di siciliani – queste le parole di Giorgio Oppi -, calabresi e altri dalla fine degli anni ’30 l’ha portata ad avere anche 50mila residenti. Mi auguro la rapida approvazione di una legge che unisce tutti.»
Secondo Emanuele Cera «è necessario e giusto ricordare anche i contadini e gli operai sardi, in particolare della provincia dell’Oristanese, che hanno liberato le paludi di Terralba per consentire la fondazione di Arborea. Questa legge è un riconoscimento anche per loro».
Antonio Caria

Lo aveva anticipato e lo ha confermato: davanti a una delegazione di sindaci, il primo cittadino di Cagliari, Paolo Truzzu, ha ribadito il no della città metropolitana di Cagliari alla riforma degli enti locali. L’occasione è stata l’audizione in commissione Autonomia del Consiglio regionale, presieduta da Pierluigi Saiu (Lega). Il sindaco di Cagliari ha precisato in premessa: «Non parlo a titolo di partito né personale. La mia posizione è istituzionale e alla luce di questa preciso che l’assemblea dei sindaci della città metropolitana di Cagliari è contraria, come lo sono le parti sociali, all’allargamento a 72 comuni. Le ragioni risiedono non nell’egoismo ma soprattutto nella necessità di ragionare in ambiti omogenei su temi come i trasporti, i rifiuti, i servizi alla persona e l’istruzione. Se poi la riforma dovesse andare avanti così e giungere fino al commissariamento del sindaco della città metropolitana di Cagliari siamo pronti a difenderci in tutte le sedi».

Una posizione condivisa da Francesco Mura (Fratelli d’Italia), che ha detto apertamente: «Il mio partito non voterà mai una riforma che potrebbe portare al commissariamento del sindaco della città metropolitana di Cagliari».

Lo sbarramento è arrivato anche dall’opposizione, con gli interventi di Massimo Zedda e Diego Loi (Progressisti). Quest’ultimo, primo cittadino di Santulussurgiu, ha detto: «E’ evidente che una divisione di territori non si può definire a tavolino». Invece l’ex sindaco di Cagliari ha attaccato la proposta di legge unificata: “Non siamo davanti a una riforma degli enti locali ma a un’ennesima moltiplicazione di enti, visto che non ci saranno i soldi per erogare servizi ma soltanto per pagare qualche dirigente”.

Hanno preso la parola i componenti della delegazione. Per Tommaso Locci (Monserrato) «un conto è un allargamento a Dolianova, Serdiana o Villasimius. Un altro è snaturare la città metropolitana». Tore Mattana, ex consigliere regionale e sindaco di Sarroch, ha ricordato «le ragioni che hanno portato alla nascita della città metropolitana di Cagliari” e ha aggiunto che “non si può rischiare di perdere i risultati raggiunti».

Per l’Udc il leader Giorgio Oppi ha auspicato «da parte dei sindaci una qualche proposta: in mancanza ci assumeremo in aula come sempre le nostre responsabilità». Giorgio Oppi ha anche sollecitato la necessità che il territorio metropolitano coinvolga Domus de Maria, «vista la vicinanza con Pula».

Per il relatore della proposta unificata, l’on. Antonello Peru (Cambiamo Udc), «il testo di legge al quale siamo giunti dimostra il fatto che ci stanno a cuore tutti i comuni della Sardegna e non soltanto quelli più vicini ai “caminetti” delle città metropolitane. Non va bene che funzionino meglio i municipi più vicini alle città capoluogo di provincia».

Al termine il presidente Pierluigi Saiu ha concluso dicendo che «la riforma degli enti locali non è stata da noi intesa come un terreno di scontro. Abbiamo provato sino a oggi a fondere differenti opinioni dando a tutti la possibilità di essere ascoltati dalla commissione Autonomia in un dibattito pubblico e seguito dai media. Terremo comunque conto del punto di vista esposto oggi ma la parola ultima spetta all’Aula, che in democrazia è sempre sovrana». 

RispondiRispondi a tuttiInoltra

Archiviato il successo autoritario nel derby di sabato scorso contro la Virtus Cagliari, la Techfind San Salvatore si prepara ad affrontare l’insidiosa trasferta di Livorno, valida per il quinto turno di ritorno della Serie A2. L’obiettivo, per la squadra di Fioretto, è quello di ripetersi per mettere in cascina altri due punti utili a difendere il quarto posto: «Contro la Virtus abbiamo stentato un pochino a entrare in partitaspiega la guardia Francesca Murama una volta trovati i giusti meccanismi siamo riusciti a gestire il risultato». Anche al cospetto delle biancoblù di Ferazzoli, la Techfind non si è limitata agli exploit realizzativi di Granzotto e Manzotti, ma ha messo in mostra ancora un collettivo forte e compatto, non solo dal punto di vista tecnico: «Quest’anno ho trovato un gruppo di compagne splendide dice la classe 2000 c’è grande armonia dentro e fuori dal campo, e questo ci consente di prendere più facilmente delle responsabilità. Ognuna di noi avverte la fiducia delle compagne».

Con i suoi 21 anni, Francesca Mura può comunque essere considerata a tutti gli effetti una veterana del gruppo giallonero. «Non so dire se questo sia il San Salvatore più forte in cui abbia giocato – proseguema di sicuro è quello in cui mi sono trovata meglio. Quello di quest’anno è un gruppo collaborativo, tenace e determinato, composto da ragazze pazienti e disponibili». La numero 7 giallonera non manca di riservare un pensiero a Gabriele Cinus e Vincenzo Tedesco, storici dirigenti che l’hanno vista crescere tra i campi di viale Vienna: «Penso a loro ogni partitaaggiungesono sicura che sarebbero stati orgogliosi di questa squadra e dei risultati che sta ottenendo. Mi piace pensare che siano lì, seduti vicino a noi, ad applaudire per una bella azione o a rincuorarci dopo un errore. Saranno sempre i nostri fan numero uno».

Con 20 punti conquistati in 14 gare, la Techfind non intende certo adagiarsi sugli allori. All’orizzonte c’è un’altra gara da vincere per mantenere il ritmo delle formazioni di vertice. Livorno ha vinto solo 3 volte in stagione, ma – proprio come una settimana fa – è vietato guardare troppo la classifica: «Dovremo giocare con la massima attenzioneavverteLivorno è una buona squadra, che di recente si è rinforzata con l’innesto della pivot Peric. Noi però siamo ben consapevoli del nostro potenziale. Sappiamo di avere le qualità necessarie per vincere ancora».

Palla a due sabato 6 febbraio, alle 18.00, al Palasport Amedeo Modigliani di Livorno. Gli arbitri designati sono i signori Leonardo Marcelli e Mauro Davide Barbieri di Roma.

 

Il Consiglio regionale ha approvato la legge che disciplina il provvedimento unico regionale in materia ambientale (PAUR).

Il presidente Michele Pais ha aperto i lavori della seduta sul ddl 238/A. Il consigliere Michele Ennas a nome della maggioranza e ha illustrato le norme che regolamenteranno il provvedimento ambientale unico regionale: «La materia è complessa e le norme spesso sono un freno per le imprese o comunque producono inutili rallentamenti. Alla luce delle norme più avanzate europee e nazionali, oggi proponiamo oggi una razionalizzazione del processo amministrativo in materia di impatto ambientale e di incidenza ambientale in modo che in 30 giorni si giunga al provvedimento autorizzatorio definitivo. Ma sia chiaro: la riduzione dei tempi non deve significare riduzione dei controlli su quanto le imprese fanno o non fanno a tutela dell’ambiente. Il Paur conterrà due fasi: avrà prima una istruttoria tecnica e poi si concluderà con una delibera della giunta regionale che conterrà i titoli abilitativi».
L’on. Roberto Li Gioi (M5S), relatore di minoranza, ha esordito così: «La Giunta regionale già nel 2017 ha già disciplinato in materia al punto che appare del tutto superfluo questo disegno di legge. Che invece è interessante perché al comma 10 dell’articolo 1 la Giunta prevede che la sua discrezionalità politica possa portare espressamente al rilascio del Paur. Siamo davanti a un caso unico nel territorio italiano: la discrezionalità politica conclude un atto amministrativo. Dovremmo votare una legge che prevede che il parere sulla compatibilità ambientale sia rilasciato non sulla base di valutazioni tecniche ma sulla discrezionalità politica. Che deve invece essere eliminata».
Per i Progressisti, l’on. Massimo Zedda ha comunicato all’Aula la notizia in arrivo da piazza del Carmine: la Regione ha perso il ricorso al Tar sulla zona gialla «La motivazione risiederebbe nel fatto che la Regione ha usato criteri discrezionali nell’indicare le ragioni per le quali è scorretto classificare l’isola come zona arancione. Lo stesso giorno siete capaci di riproporre la discrezionalità politica in un testo di legge nella delicatissima materia ambientale. Ma quella non sarebbe discrezionalità: si chiama in altro modo e non lo dico qui tanto ci capiamo. E’ giusto che la Giunta deliberi in ordine alla compatibilità ambientale ma lo deve fare sulla base dell’esito della conferenza dei servizi. Voi intendete invece dire che la Giunta può sovvertire politicamente l’esito della conferenza dei servizi? Non è chiaro a chi vi vogliate sostituire, se solo ai tecnici o anche all’intero apparato dello Stato. Siete consapevoli che col nuovo piano casa avete creato lo stallo dell’edilizia in questa Regione, proprio perché avete approvato un testo che ha generato soltanto incertezza. Sarete ricordati come la peggiore giunta della storia dell’Autonomia».
Sull’ordine dei lavori il capogruppo Psd’Az, on. Franco Mula, ha ringraziato con ironia l’on. Massimo Zedda per le indiscrezioni sulla decisione del Tar. «Se fosse davvero così sarebbe una sconfitta per tutti i sardi e ricorreremo al Consiglio di Stato».
Per l’on. Giorgio Oppi, leader dell’Udc, «è stata l’opposizione in commissione a consentirci di portare in aula questo testo in tempi rapidissimi. Bisogna riconoscere che questa legge snellirà il procedimento organizzativo e favorirà gli investimenti, impiegando criteri di ragionevolezza e non soltanto la discrezionalità tecnica.
Bisogna che ci assumiamo la responsabilità, come nel 2010 quando doveva essere espresso il parere sul tracciato della Sassari-Olbia. L’opera alla fine è stata autorizzata, proprio con ragionevolezza. La stessa che reclamiamo oggi come necessaria per far camminare l’economia».
Dai banchi dei Progressisti l’on. Maria Laura Orrù: «Si coglie in questo disegno di legge la necessità di semplificare il procedimento amministrativo ma rimangono le perplessità sul comma 10. Quando siamo davanti a interventi strategici per la Sardegna non trovo corretto trasferirli in una norma che si occupa di tutti gli interventi. Perché questo testo non è stato discusso prima, quando abbiamo parlato del piano casa? Perché non aggiorniamo anche il piano energetico ambientale visto che si tratta di materie assolutamente connesse».
Dal Pd l’on. Giuseppe Meloni ha detto che «colpiscono le date in questa vicenda. Il 31 dicembre 2020 la giunta regionale ha accolto i rilievi di natura ambientale al Piano Mancini della città di Olbia. Un sindaco a voi molto vicino ha parlato in quel caso di decisione politica e l’ha rivendicata. Io non penso sempre male, non vivo nella cultura del sospetto. Però il 4 gennaio voi presentate questo disegno di legge di snellimento e al comma 10 inserite la discrezionalità politica della Giunta. Come si può non pensare male? Dovete sgombrare il campo da tutti i fraintendimenti».
Rivolto all’assessore Gianni Lampis, l’on. Roberto Li Gioi (Cinque stelle) ha detto: «Qualche settimana fa mi ha attribuito affermazioni non mie. Oggi mi rivolgo io a lui e chiedo se è normale questo comma 10, che è l’esatta esemplificazione di quanto vi dico. E’ normale o gravissimo inserire la discrezionalità politica in una legge? Io dico che è gravissimo. E non vale ricordare cosa accadde per la Sassari-Olbia come ha sostenuto l’onorevole Giorgio Oppi. La Giunta ha bisogno di visione, di un’idea di sviluppo. E non di discrezionalità. Siete faciloni e leggeri, ve ne fregate perché contate sulla maggioranza e sui numeri». 
Il capogruppo di Fdi Francesco Mura, nel riconoscere l’atteggiamento positivo dell’opposizione sulla legge durante il confronto in commissione, ha affermato che a suo giudizio il dibattito stia prendendo ora una piega diversa. Il concetto di fondo, ha sostenuto, è che la politica non può e non deve appiattirsi su una funzione burocratica ma dimostrare di avere una visione più ampia. Lo stesso concetto proposto dalla minoranza in campo energetico, cioè che la Sardegna non deve diventare una piattaforma produttiva rivolta a mercati esterni, al di là dei formalismi amministrativi, va applicato a tutto campo nella materia ambientale, terreno di incontro e a volte di sconto fra visioni diverse. E’ fuorviante inoltre, a giudizio di Francesco Mura, citare il caso di Olbia il cui piano di risanamento idro-geologico ha avuto un iter amministravo lungo e rigoroso, che nel tempo ha portato ad esiti diversi.
Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha condiviso le considerazioni dei colleghi della minoranza, proponendo all’Aula un altro tema, quello del recepimento di una norma statale che, in questo specifico caso, si è allargato ad una norma ulteriore riferita alla discrezionalità politica del governo regionale. Nel merito, ha riflettuto Agus, si tratterebbe poi di un passaggio pleonastico perché il riferimento alla discrezionalità (che comunque ha dei limiti stabiliti dalla legge), semmai, è contenuto nelle leggi dello Stato, aprendo la strada a contenziosi contro la Regione.
La questione inoltre, ha rilevato esponente dei Progressisti, non è secondaria perché incide anche su progetti già presentati con l’iter in corso, con relativi interessi economici, per cui sul punto presenteremo alcuni emendamenti correttivi.

A nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis, dopo aver ringraziato tutti i gruppi consiliari per il lavoro svolto a cominciare da quelli dell’opposizione, ha respinto la tesi secondo la quale nella legge sia stato inserito qualcosa di nuovo nella materia ambientale; non è così almeno dal 2006 e quindi si è in presenza di una linea condivisa dai governi regionali che si sono succeduti nel tempo. Inoltre, ha precisato, non ci può essere una discrezionalità che vada oltre la legge, come sancito da una sentenza della Corte costituzionale del 2013 che, sul punto, si sofferma sulla particolare complessità dei procedimenti in materia ambientale che assumono legittimamente (per gli interessi in gioco) anche un valore politico. Secondo Gianni Lampis, ancora, è sbagliato soffermarsi su singoli casi (per importanti che siano) di fronte ad una norma che, come tutte le altre, deve essere caratterizzata da generalità ed astrattezza. Sento in pieno tutta la mia responsabilità, ha concluso Gianni Lampis, anche dal punto di vista generazionale, per assicurare il rispetto della legge in un quadro di maggiore efficienza della pubblica amministrazione, di semplificazione burocratica, e di equilibrio fra diverse esigenze finalizzato ad assicurare lo sviluppo della Sardegna.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il passaggio all’esame degli articoli della legge.
Per dichiarazione di voto, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha parlato di incomprensioni fra maggioranza ed opposizione perché il punto proposto dalla minoranza non riguarda l’impianto della legge ma l’introduzione di un nuovo comma. Il consigliere della Lega Michele Ennas, sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta per un approfondimento della maggioranza sul contenuto degli emendamenti presentati.
Alla ripresa dei lavori, il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli, che il Consiglio ha approvato per alzata di mano.
Successivamente è iniziato l’esame dell’art. 1 e sugli emendamenti collegati. Il parere ha espresso parere negativo o di invito al ritiro, tranne che per il n.  6.
La Giunta ha espresso parere conforme. I consiglieri Francesco Agus (Progressisti) e Roberto Li Gioi (M5S) hanno annunciato il ritiro di alcuni emendamenti.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha dichiarato che, a fronte all’esigenza di consentire ad alcune società attive in Sardegna di ottenere autorizzazioni dalla Regione in materia ambientale, l’unico strumento compatibile con la legge è quello del modello Ilva, cioè dello “scudo” penale.
Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha ribadito le sue perplessità sulla concreta applicazione della legge alla luce del Piano contro il rischio idro-geologico della città di Olbia.
Successivamente sono stati respinti per appello nominale con 20 favorevoli e 31 contrari (causa il malfunzionamento dell’impianto di registrazione) gli emendamenti 7.
Approvato invece per alzata di mano l’emendamento n. 6 che prevede il parere della commissione competente, prima della delibera autorizzativa della Giunta.
A seguire, il Consiglio ha approvato gli articoli della legge ed espresso il voto finale, con 31 voti favorevoli e 20 astenuti.

La commissione Ambiente, presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha approvato con l’astensione dell’opposizione il disegno di legge n. 238 che introduce nell’ordinamento regionale il “procedimento unico ambientale” (Paur).
«Si trattaha spiegato l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis, di un provvedimento particolarmente importante, che recepisce la più avanzata normativa europea e nazionale sulla materia e, soprattutto, semplifica le procedure della Via (valutazione di impatto ambientale) e della Vinca (valutazione di incidenza ambientale), riducendo di circa la metà la tempistica delle autorizzazioni.»
«Il procedimento ha aggiunto Gianni Lampis -, è strutturato in due fasi: la prima riguarda l’istruttoria tecnica condotta dagli uffici mentre la seconda consiste in una delibera della Giunta con l’autorizzazione finale, come previsto da alcune leggi regionali già in vigore e da una recente sentenza della Corte costituzionale.»
Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionale Maria Laura Orrù e Antonio Piu (Progressisti), e Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo).
Il disegno di legge passa ora all’esame del Consiglio: i relatori saranno il consigliere Michele Ennas (Lega) per la maggioranza ed il consigliere Roberto Li Gioi (M5S) per l’opposizione.
La commissione infine, su proposta del capogruppo di Fdi Francesco Mura, farà un sopralluogo nel tratto della 131 presso Bonorva, dove si è verificato un ampio cedimento della sede stradale.

«Siamo solidali ai lavoratori delle aziende dell’Aeroporto di Cagliari che, questa mattina, hanno manifestato davanti al Consiglio regionale della Sardegna. Oltre all’impegno di garantire un doveroso sostegno economico a tutti gli aeroporti, che svolgono un ruolo essenziale – sia a livello nazionale che regionale – riteniamo opportuno superare il divieto di spostamento tra le Regioni, garantendo controlli e test alle partenze e/o agli arrivi. Lo abbiamo già proposto e abbiamo chiesto al Governo di attrezzarsi, anche se i controlli sarebbero già dovuti essere approntati vista l’obbligatorietà di test per chi arrivava da GB, Spagna e altre nazioni.»
A ribadirlo sono stati gli esponenti di Fratelli d’Italia: il deputato Salvatore Deidda, il capogruppo in Consiglio regionale Francesco Mura e dal collega Fausto Piga che aggiungono: «La Regione, da parte sua, metterà in campo risorse per essere pronti alla ripartenza, ma il Governo deve ristorare la mancata bigliettazione alle aziende aeroportuali, che hanno autosostenuto i costi per tenere obbligatoriamente aperto h24 l’Aeroporto di Cagliari. La crisi non deve essere scaricata sui lavoratori».
Antonio Caria