«Sui problemi del porto canale di Cagliari esiste una volontà comune del Consiglio che deve entrare a far parte di una strategia condivisa in grado di rappresentare concretamente la proposta unitaria della Sardegna.»
Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, al termine dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori del porto canale di Cagliari, annunciando una interlocuzione col presidente Christian Solinas e l’avvio di un percorso consiliare che coinvolgerà tutti i soggetti interessati, a cominciare dai parlamentari sardi.
La vertenza del porto canale infatti, come hanno sottolineato i sindacalisti, deve essere rilanciata su basi nuove e collocata nel livello nazionale, al pari di quelle di Gioia Tauro e Taranto. Non chiediamo sussidi, hanno aggiunto i rappresentanti dei circa 400 lavoratori della struttura, un progetto complessivo di potenziamento finalizzato allo sviluppo ed all’occupazione.
Giunta e Consiglio finora hanno fatto la loro parte, ha assicurato l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda ma, purtroppo, l’emendamento dei parlamentari sardi al quale hanno lavorato con grande impegno Emilio Floris e Giuseppe Cucca è stato inserito in provvedimento anti-Covid con la durata limitata a sei mesi. Bisogna fare di più, ha proseguito Alessandra Zedda, per raggiungere un risultato di prospettiva, la costituzione di una Agenzia che faccia rientrare i lavoratori in qualunque attività si svolga al porto ed assicuri agli stessi percorsi di formazione qualificata.
I capigruppo – hanno preso la parola Michele Ciusa del M5S, Eugenio Lai di Leu, Gianfranco Ganau del Pd e Massimo Zedda dei Progressisti -, hanno assicurato il loro impegno, a partire dal lavoro istruttorio nelle commissioni ed in Consiglio, in vista della prima “finestra” utile per il nuovo provvedimento, che potrebbe essere la legge di stabilità nazionale.