Messa in sicurezza i lavoratori dell’ex Cict ed una strategia unitaria per il futuro del Porto Canale. Con un punto fermo: la banchina dello scalo cagliaritano non deve essere frazionata in attività di altro tipo (peraltro non contemplate nel Piano Operativo Triennale), ma dovrà essere il punto di partenza per il rilancio del transhipment a Cagliari, anche e soprattutto in virtù delle recentissime evoluzioni del traffico contenitori evidenziate da SRM la settimana scorsa a Genova, in occasione dell’annuale rassegna “Shipping 4.0”. Sono queste le richieste della Uiltrasporti Sardegna al presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, alla vigilia del sit-in dei lavoratori che si svolgerà domani, lunedì 22 febbraio, davanti a Villa Devoto.
«Chiediamo innanzitutto al presidente Solinas di fare pressione sul governo perché l’Agenzia dei lavoratori del transhipment sia inserita nel decreto Ristori 5 così come è stato fatto in passato per altre realtà portuali», spiega il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca.
«Riteniamo che dopo le fasi d’insediamento del nuovo Governo i ministeri competenti, la Regione sarda e l’Autorità portuale debbano esplorare immediatamente le intenzioni di tutte le società che fino ad oggi hanno mostrato interesse per lo scalo cagliaritano perché riteniamo che la posizione baricentrica di Cagliari e l’imminente concessione della Zona Economica Speciale (Zes) possano completare l’offerta, rendendo il porto industriale di Cagliari un polo fondamentale per il transhipment internazionale.»
La Uiltrasporti cita il recentissimo studio di SRM, primario soggetto di “maritime economy”, esposto la settimana scorsa a Genova in occasione del forum dello shipping 4.0, che dimostra quanto il baricentro ideale del transito dei container si sia spostato di diverse centinaia di miglia verso Cagliari, lasciando lo stretto di Suez e andandosi a insediare poco a ovest della Sardegna.
«È un’occasione quasi unica per Cagliari, e più in generale per la portualità italiana, nel tentativo di un recupero delle ingenti fette di mercato perdute in favore della Spagna – evidenzia William Zonca -. Cagliari può e deve essere protagonista in questo senso, nulla va lasciato al caso o a volontà con diverso scopo. Ma l’Autorità di sistema non deve essere lasciata sola in questa operazione, deve essere coadiuvata e supportata dall’azione del Governo e della Regione, magari con ulteriori incentivi da mettere in campo per attrarre i grossi investitori del settore.»
La Uiltrasporti sarda è comunque netta su un fatto: la banchina del porto industriale dovrà continuare ad essere utilizzata per il transhipment senza micro-frazionamenti di attività diverse dal trasbordo container.
«Ci sono tutte le condizioni per far sì che un competitor possa essere inserito nella banchina senza danni per nessuno, né preclusioni per altre realtà esistenti o in via di costituzione – spiega William Zonca -. Questa è secondo noi una questione di fondamentale importanza per il rilancio del transhipment e su questo siamo sempre stati chiari con l’Autorità portuale, con la Regione e le istituzioni competenti. Secondo noi occorre un’azione unitaria in questa direzione: un’impostazione differente sarebbe un danno per la Sardegna e impedirebbe allo scalo di essere un volano per l’economia de territorio.»
Nel caso in cui non dovesse andare a buon fine un’esplorazione senza call, la Uiltrasporti ritiene fondamentale una nuova call molto meno stringente di quella precedente.
«Con l’istituzione della Zona Economica Speciale e nuovi incentivi verso chi vuole investire nel transhipment in Sardegna, il porto di Cagliari potrebbe essere indicato dallo stesso ministero dei Trasporti come polo fondamentale al centro del Mediterraneo per il trasbordo dei container.»