La Uiltrasporti Sardegna esprime grande preoccupazione per il futuro occupazionale dei 200 lavoratori CICT, la cui cassa integrazione termina il prossimo 2 settembre.
«Abbiamo appreso che Contship Italia e CICT hanno dato parere negativo alla proroga degli ammortizzatori sociali, possibile grazie a uno specifico comma (terzo dell’art. 60) del Decreto agosto, i cui costi sarebbero totalmente assorbiti dalle Istituzioni. La proroga è stata un risultato ottenuto con fatica e determinazione, con l’obiettivo di tutelare i lavoratori e le loro famiglie. Ma evidentemente ancora oggi, sul Porto di Cagliari, prevalgono interessi di bottega a discapito del bene pubblico – dice William Zonca, segretario generale Uiltrasporti Sardegna -..
«Fatichiamo a comprendere le motivazioni del no, se non con la convinzione che anche questo passaggio risponda alla precisa volontà di affondare l’economia della Sardegna, in favore di interessi di parte e di opachi centri di potere – aggiunge William Zonca –. Con questa azione rischia di essere cancellata la professionalità, seconda a nessuno nel Mediterraneo, della forza lavoro nata ormai oltre vent’anni fa con soldi pubblici regionali, e della realtà portuale di Transhipment di Cagliari (seconda in Italia dopo Gioia Tauro), messa fuori mercato da precise e scellerate scelte industriali del soggetto uscente.
Ci diciamo ancora una volta contrari alla divisione della banchina, che ben pochi benefici porterebbe relativamente a crescita occupazionale ed economica. Chiunque, a qualsiasi livello istituzionale, dovesse avvallare soluzioni di quel tipo, sarebbe responsabile del drammaeconomico, occupazionale e sociale che scaturirebbe. Ribadiamo la contrarietà a ipotizzare scenari differenti rispetto a un rilancio con un operatore internazionale. Non comprendiamo la fretta di sistemare “purché sia” la questione del Porto Canale. Portiamo l’esempio di Taranto, che in questi mesi riparte con un grande player internazionale quale Yilport (azionista al 25% in CMA CGM). La pazienza e la determinazione hanno portato a questo risultato, non di certo le azioni frettolose che intravvediamo a Cagliari. A meno che il tentativo non sia quello di un falso rilancio. In favore di chi?»
«Ci paiono indebite e fuori luogo, le dichiarazioni di alcuni soggetti imprenditoriali apparse nelle ultime ore, in cui si minacciano ricorsi al TAR e si tenta di tirare per la giacchetta qualche istituzione. Ci riferiamo al Gruppo Grendi, storica realtà radicata sul territorio, che crea occupazione, ma che non ha volumi e numeri per assorbire i 200 lavoratori di CICT: non accettiamo le ipotesi di iniziative che lascino a casa il 90% dei lavoratori. Vogliamo, inoltre, ricordare che la stessa società ha fatto richiesta di ricorso alla CIG per contrazione di traffici sulla quale si attende l’avvio dell’iter di esame congiunto – conclude William Zonca -. Invitiamo Grendi a partecipare alla Call indetta dalla ADSP e a presentare una offerta e un piano industriale, se ambisce a controllare e sviluppare il Terminal Container di Cagliari con il ruolo da protagonista che merita, impegnandosi ad assumere l’intera forza lavoro di CICT. Nessuno può pensare di dimenticarsi di 200 famiglie.»