CNA FITA Sardegna ha inviato in data odierna una nota all’assessore dei Trasporti della Regione Sardegna per rappresentare la grave condizione di cui si dolgono gli autotrasportatori che garantiscono il trasporto delle merci via mare da e per la Sardegna durante i momenti di maggiore flusso turistico che interessano l’isola.
Il leitmotiv è sempre lo stesso: Natale, Pasqua, “ponti” delle festività e stagione estiva fanno scattare una sorta di prelazione verso i turisti, che hanno priorità di imbarco e sistemazione a bordo a scapito degli autisti che tutto l’anno utilizzano obbligatoriamente il traghettamento marittimo per poter movimentare le merci.
Così nella scorsa settimana di particolare flusso turistico pasquale, come in questa che precede il “ponte” del 25 aprile, in tanti hanno segnalato che nei viaggi di rientro in Sardegna su diversi scali portuali per i passaggi commerciali, al momento della richiesta di posto letto non viene garantita agli autisti la cabina, indicando quale alternativa la “poltrona”. Inoltre, alcuni, dopo forti tensioni e proteste, vengono sistemati a bordo in cabine con più letti, mentre altri sono effettivamente destinati alla poltrona.
«Una condizione pericolosa – si legge nella nota dell’Associazione a firma del presidente e della responsabile regionale Sandro Concas e Valentina Codonesu – considerando che chi attraversa il mare per movimentare le merci in entrata ed uscita dalla Sardegna si imbarca dopo ore ed ore di estenuante guida, quindi necessitando di adeguato ristoro – come previsto, infatti, dalla stringente normativa europea sui tempi di guida/riposo – a tutela della sicurezza di tutti, sia di chi porta il mezzo pesante che di chi lo incrocia per strada. Tanto più pericolosa in un momento in cui il Covid non è affatto sconfitto, perché gli autisti possono ritrovarsi a condividere spazi ristretti in una situazione che oltre che umiliarne la riservatezza personale, vanifica gli sforzi organizzativi ed economici che quotidianamente le aziende di autotrasporto profondono a tutela della loro salute.
Una condizione iniqua, considerando che chi svolge il servizio di trasporto delle merci lo fa nell’interesse della collettività, transitando il mare non per piacere ma per necessità, quindi non potendo scegliere a fronte di condizioni disagevoli di restare a terra col carico, a meno di conseguenti danni economici di mancata consegna o blocco delle merci; danni che si riflettono dolorosamente sull’intera economia della Sardegna.
Una condizione insostenibile, considerando che le aziende di autotrasporto devono gestire le rivendicazioni e tensioni del personale viaggiante, sempre più carente e sempre meno disponibile a prestare la propria attività verso il continente per gli eterni disagi e disservizi di una continuità marittima commerciale che non c’è. Mentre di certo restano i continui rialzi tariffari degli armatori, che nell’ultimo mese – all’inizio di marzo e poi all’inizio di aprile – hanno determinato per l’autotrasporto aumenti insostenibili, con +220 € a pezzo in andata e ritorno. Rincari che seguono gli ulteriori rialzi di giugno 2021 (+60 € a/r) ed ottobre 2021 (+60 € a/r): in meno di un anno, una stangata di 340 € per un mezzo che trasporta merci da e per la Sardegna.»
I vertici CNA FITA hanno rivolto un forte appello all’assessore dei Trasporti Giorgio Todde affinché intraprenda ogni iniziativa – compresa la segnalazione al presidente della Regione Sardegna ed al ministero dei Trasporti che ha competenza sulla continuità territoriale marittima – perché questa situazione abbia termine il più presto possibile.