Nel corso dell’incontro organizzato nell’ambito della Fiera Nautica della Sardegna, è emerso come il turismo marittimo e costiero non possa più fare a meno di un concetto, quello della sostenibilità, che si sviluppa ormai in tre momenti, strettamente interconnessi: la conservazione ambientale, la responsabilità economica e il contesto sociale. Si tratta di nodi cruciali per l’intero comparto, così importante per l’Isola e che è chiamato a superare gli effetti negativi degli anni dell’emergenza pandemica e più recentemente della crisi energetica.
No, allora, allo sfruttamento della risorsa ambientale e marina. Ma ci sono anche altri esempi di cambiamenti al sistema turistico, legati sempre al concetto di sostenibilità, come quello dell’aspetto dell’elettrificazione delle imbarcazioni e delle strutture delle marine.
In Sardegna la marina rappresenta l’accoglienza e la nautica da diporto è nata sul pilastro del turismo. Attualmente la Sardegna è la prima regione in Italia per numero di posti barca, in tutto 21.709, dopo avere superato la Liguria che fino a poco tempo fa la precedeva.
Nel corso del convegno, alcuni imprenditori hanno illustrato i cambiamenti del loro lavoro proprio dal punto di vista della sostenibilità. Tra loro Francesco della Torre, CEO Prosail Group Y, che propone servizi di albergo nautico, e Luca Filigheddu, albergatore gallurese che ormai da anni ha convertito le proprie strutture verso la sostenibilità turistica ambientale.
Ma la transizione ecologica non può essere attuata senza investimenti. Ci sono così opportunità di finanziamento già disponibili o che lo saranno a breve, come hanno spiegato Paola del Fabro, responsabile finanza d’impresa e crediti speciali del Banco di Sardegna, Fabio de Gaspari, senior consultant Sinloc – Sistema Iniziative Locali Spa, Simona Monni, per Confidi Sardegna, e Marco Naseddu, del Centro di Programmazione della Regione Sardegna.
Antonio Caria