«La prospettiva della macroregione del Mediterraneo occidentale, con le Baleari, la Corsica e la Sicilia non è fantascienza ma un percorso istituzionale possibile e soprattutto di grande interesse per la Commissione europea. Lo abbiamo approfondito oggi in commissione Insularità nel corso dell’audizione con i professori Vanni Lobrano e Paolo Fois, che hanno illustrato i percorsi delle quattro macroregioni europee esistenti. Ora si tratta di ripensare alla Sardegna e al suo futuro, dando sostanza al riconoscimento nella Costituzione della nostra insularità e aprendo così una nuova stagione dell’Autonomia per la Sardegna. Per questo l’Isprom ha anticipato che organizzerà a breve con il Consiglio regionale un incontro con le università delle isole del Mediterraneo.»
Lo ha detto Michele Cossa, presidente della commissione speciale per il riconoscimento dell’insularità della Sardegna, al termine dell’importante audizione con i massimi esperti sardi di questioni internazionali, in rappresentanza dell’Isprom, l’istituto di studi e programmi per il Mediterraneo. Dunque, prosegue in Consiglio regionale il percorso del “parlamentino”, mentre il Parlamento italiano è al lavoro per il medesimo obiettivo sotto la spinta dei rappresentanti sardi.
Il professor Paolo Fois, uno dei massimi cattedratici di diritto internazionale, ha ribadito che per ottenere il riconoscimento concreto dell’insularità da parte dell’Unione europea è necessario che «il Governo italiano abbia un’interlocuzione stringente con la commissione europea, perché non è sufficiente il solo impegno della Regione Sardegna».
Per il professor Vanni Lobrano, algherese di nascita, «la macroregione è un istituto che promuove la cooperazione interna all’Ue ma anche quella trasnfrontaliera. Sino a oggi ne sono state costituite quattro (Danubio, Alpi, Adriatico Ionio e Baltico) e manca proprio la macroregione del Mediterraneo, che sarebbe basata naturalmente sulla Sardegna vista la sua posizione geografica». Per l’esperto di questioni europee «l’insularità non deve essere intesa soltanto come un limite ma deve essere rappresentata all’Unione europea come un punto di forza, in modo che non si percepisca soltanto una richiesta di solidarietà ma un’opportunità di crescita economica». Il professor Lobrano ha insistito sul rapporto tra autonomia e insularità: «Sono in relazione tra loro e il riconoscimento dell’insularità porterà inevitabilmente a reinterpretare l’Autonomia rispetto a come è stata intesa dal 1948 ad oggi».
.